Mancò la fortuna, non il valore. Ma anche un arbitro all’altezza e un aiuto, quello della tecnologia, che sarebbe risultato decisivo.
L’Italia under21 inizia l’europeo di categoria nel peggiore dei modi, perdendo 2 a 1 lo scontro contro l’avversario più difficile, la Francia. Lo fa, però, nel modo che più dà rabbia, per colpe non sue ma di un arbitraggio non all’altezza di una competizione così importante come l’europeo dei giovani, un torneo decisivo per guadagnarsi l’accesso alle prossime olimpiadi che (caso vuole) si giocheranno a Parigi. Se nel primo tempo si può parlare di gioco e di campo, di una partita tesa e tattica tra due nazionali piene di talento, il secondo parziale è contraddistinto da una serie di incredibili sviste della squadra arbitrale.
E dire che Kalimuendo, al 23’, era andato a segno con una giocata sensazionale, un colpo di tacco a fil di palo che entra di diritto tra i gol più belli dell’anno, una giocata cui gli azzurrini avevano replicato con un gran gol segnato da Pellegri su schema da calcio da fermo di Tonali. Poi, però, al 62’ la prima, grave svista: Gouiri sfoggia un colpo da kung-fu che il signor Lindhout non vede e, sugli sviluppi dell’azione, Udogie commette una follia e spiana la strada al gol di Barcola, che porta avanti i transalpini.
La partita si incattivisce, Badé si fa cacciare e in superiorità numerica l’Italia va vicinissima al pari in più occasioni, con Cancellieri che spara alto un pallone che era solo da spingere in porta.
All’ultimo respiro, la giocata che varrebbe il pareggio: cross dalla sinistra, Bellanova stacca, la palla finisce sul palo, poi Lukeba spazza. La palla ha superato la linea di porta di più di un metro. I giocatori in campo se ne accorgono subito, ma Lindhout è di diverso avviso e fa cenno di proseguire. Il VAR non c’è, la Goal Line Technology nemmeno, e così si materializza la sconfitta nel modo più beffardo possibile. L’Italia potrà e dovrà rifarsi già nella prossima sfida, contro i pari età della Svizzera, mentre i transalpini gongolano e portano a casa una vittoria pesantissima.
Resta una grande sensazione di amarezza e si rinnova una certezza: nell’epoca della tecnologia, assistere ancora a partite senza aiuti per gli arbitri è un salto nel passato che non fa bene allo sport.