Dobbiamo dire che il presidente Janukovyc non era un fantoccio di Putin. Perché, scrive De Spiegel, Putin aveva spesso parole di disprezzo per Janukovyc perché continuava a trattare anche con l’Unione europea, quindi non accettava quelle che erano soltanto le proposte russe, ma continuava a tenere la porta aperta all’Unione europea. Lui disse all’Unione europea che ci poteva essere un accordo soltanto se il Fondo monetario internazionale garantiva un prestito notevole perché quelle che erano le condizionalità che aveva richiesto l’Unione, ovvero alzare il prezzo del gas in Ucraina del 40% e di svalutare del 25% la moneta, era un suicidio. Quindi quello che gli chiedevano è un’operazione americana che si chiama win win. Cioè se Janukovyc accetta, perde le elezioni. Se invece non accetti, hanno già preparato la piazza per dire che non hai tenuto fede agli accordi, quindi un’operazione win win qualsiasi scelta sarebbe stata pagata dal presidente Janukovyc. E qui esce un nome, perché il Fondo monetario si rifiuta di dare quel prestito. Victoria Nuland del Dipartimento di Stato americano era il trait d’union tra il governo ucraino di Janukovyc e il Fondo monetario internazionale ed era la persona che più di tutte aveva interesse che l’accordo non si firmasse perché gli USA stavano già preparando la piazza.
In un’intercettazione si capirà che lei aveva già il proprio uomo, così lo chiama, da imporre al governo. Quindi lei più di tutti aveva bisogno che Janukovyc non accettasse quegli accordi, perché la piazza era già pronta, un leader come Vitaly Klitschko, era stato formato in Germania alla Fondazione Adenauer per anni. Janukovyc, allora si rende conto che i conti che gli aveva dato l’Unione europea non erano veritieri. Si rende conto che questi numeri sono 50 volte superiori. Lui ha detto immaginate cosa direbbe la gente se io firmassi questi accordi. Non voglio chiudere le porte all’Europa, il mio non è un rigetto, ma siete voi che me lo state rendendo inevitabile. Questo succede, lui non firma e la sera è già pronta la piazza.
La Matrix Europea