L’area dei Balcani si sta riaccendendo.
Pochi giorni fa in Kosovo è esplosa una manifestazione sfociata poi nell’intervento delle forze NATO: la Kfor.
Quest’ultima, mini esercito addetto alla irrisolta diatriba tra serbi e kosovari, è intervenuta per un escalation: nell’area nord del paese, maggiormente abitata da serbi, quest’ultimi hanno deciso per protesta di non votare alle elezioni dei comuni del nord.
Risultato: in questi comuni sono stati dunque eletti consiglieri albanesi. Il fatto non è andato giù ai serbi, e lo scontro si è acceso.
In diretta a “Punto & Accapo” il vicedirettore de La Verità, Francesco Borgonovo, ha sottolineato l’importanza di non sottovalutare la situazione, per alcuni precedenti e motivazioni.
“Non vedo tantissima attenzione da parte dei media italiani su questa questione“, osserva Borgonovo.
E il motivo per cui nulla è da sottostimare è che il premier kosovaro Albin Kurti ha dichiarato: “Basta blandire la Serbia” – riporta il Corriere della Sera. “Secondo il premier Kurti – spiega il vicedirettore de La Verità – vanno puniti coloro che hanno fatto i disordini, i serbi.
E qui non mi sembra affatto che la tensione stia calando da quelle parti. Negli anni ’90 ci fu una cosa molto simile.
A un certo punto ci furono dei voti per stabilire un referendum: per stabilire se la Bosnia Erzegovina dovesse diventare indipendente.
Sapete che la Bosnia Erzegovina è divisa fondamentalmente fra 3 etnie. Ci sono i croati, ci sono i musulmani e ci sono i serbi.
Ora lì, in una di queste votazioni, la componente serba non andò a votare proprio per protesta contro il modo in cui era stata decisa questa spartizione. C’era l’idea di dividere i territori in base alle etnie e quello che ne scaturì fu un disastro: scoppio una tragica guerra civile“.
Anche lì, intervennero i caschi blu della Nato.
E come racconta Borgonovo, non erano neanche troppo apprezzati dalle popolazioni del territorio.
Gli elementi perché il passato si ripeti sembrano esserci abbastanza da far preoccupare: “Bastano, delle volte, le piccole scintille per accendere la miccia di qualcosa di molto più grande. Di un ordigno che poi esplode e fa vittime.
Perciò – conclude Borgonovo – stiamo attenti a giocare coi pregiudizi e a giocare con facili luoghi comuni.
Attenzione a non sottovalutare“.
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