Quello che è successo nel nostro Paese a partire dalla Seconda Guerra Mondiale, quando gli apparati americani hanno deciso che noi dovevamo essere non tanto un protettorato americano, ma una colonia in tutto e per tutto, perché strategici per i loro obiettivi, non è finito. Quello che è finito è che tanti uomini all’epoca erano dietro la strategia della tensione, dietro le stragi: sono morti i personaggi.
Ma il sistema che avevano messo a punto è rimasto inalterato.
Motivo per cui voi oggi vedete la Meloni andare al Governo e cambiare immediatamente dopo idea anche sulla Russia, sull’appoggio, sulla guerra ucraina, sull’Unione Europea. Perché ci sono alcune questioni che sono rimaste immutate.
Se noi non le portiamo a conoscenza delle persone, non potremo mai agire.
Perché la lotta deve essere fatta a territorio per territorio. Piazza per piazza: il web deve amplificare la lotta che nasce nella piazza.
Noi dobbiamo creare una sorta di triumvirato, dev’essere: la piazza, il web e le istituzioni.
Noi dobbiamo riuscire a mettere delle nostre persone all’interno delle istituzioni, costi quel che costi.
Dobbiamo ripartire dalle piazze e il web deve amplificare. Noi oggi stiamo facendo il contrario.
Non siamo ancora riusciti a capire che il web è una bolla.
Oggi noi abbiamo personaggi che dicono: “Ma quello ha un milione di follower“. E poi può essere che fa una manifestazione in piazza e arrivano 10 persone. Oggi ci sono personaggi che noi sul web non vediamo, ma che hanno la capacità di scendere in piazza e convincere le persone.
Il web deve essere utilizzato come un’arma a nostro favore, ma dev’essere un mezzo: non deve essere il fine, quello di avere più seguito sul web. In seguito dobbiamo vederci nelle piazze e ci dobbiamo misurare.
Pensiamo di aver divulgato una notizia avendo cliccato “Condividi” su Internet. Questa cosa, noi la dobbiamo combattere.
Altrimenti lo strumento dei social diventa un’arma del sistema contro di noi.
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