Ponte Morandi, spuntano audio allucinanti prima del crollo ▷ Ranucci: “Sentire come ragionavano fa venire i brividi”

A quasi cinque anni dal tragico crollo del ponte Morandi di Genova ecco che trovano luce audio inediti sull’incidente in cui morirono 43 persone. Ad annunciare importanti novità in merito al crollo e alle sue cause è Sigfrido Ranucci, autore e conduttore di Report.
Faremo sentire degli audio inediti che vi provocheranno sicuramente rabbia, indignazione e anche dolore“.
Sì, perché quello che il vicedirettore di Rai 3 annuncia è a dir poco assurdo: “Tutti sapevano che il ponte era a rischio“.
Al centro del mirino anche l’ex amministratore delegato di Autostrade, Giovanni Castellucci indagato per crollo doloso.
Solo lo scorso anno la difesa dell’ex ad di Atlantia dichiarava che il ponte era caduto per “vizio costruttivo”, ma da quello che rivela Ranucci, le carte in tavola sembrano destinate ad essere cambiate.

C’è la prova che sapevano che era a rischio crollo – svela il conduttore del programma di Rai 3.
Si trova in un documento che è stato ritrovato dalla Guardia di Finanza“. L’appuntamento è per questa sera, dalle 21.20: “Faremo vedere questa sera quel documento che è il ‘catalogo rischi’, che viene compilato per le assicurazioni“. A chiamare in ballo Castellucci pare essere anche Gianni Mion, amministratore delegato di Edizione, la cassaforte della famiglia Benetton. “Aveva chiesto a Castellucci come fosse possibile certificare un ponte ridotto in quelle condizioni” – spiega Ranucci. “Ce lo autocertifichiamo“, gli avrebbe risposto.

Ed è così che la storia del ponte Morandi rischia sempre di più di sporcarsi.
Alla famiglia Benetton che ne aveva il controllo arrivava dalla Cassa depositi e prestiti la richiesta di vendita, poi conclusasi con una maxi cifra da circa 8 miliardi. Per Castellucci 13 milioni di euro di buona uscita.
Se andiamo a vedere il record d’incasso per Castellucci scopriamo che proprio l’anno del crollo ha incassato oltre 5 milioni, di cui 3,2 milioni di premio per ‘raggiungimento dell’obiettivo’“.

Di quale obiettivo si parlasse non è del tutto chiaro.
Quello che invece Ranucci svela è molto più sospetto. E risiede nelle dichiarazioni di un impiegato che già nel 2016 avrebbe segnalato incontri in cui l’atteggiamento dei responsabili sarebbe stato da mani nei capelli: “Sentire come ragionavano quei dirigenti che avrebbe dovuto avere in mano anche la nostra sicurezza fa venire i brividi“.


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