“Ognuno di noi ha la necessità di assolvere sé stesso innanzitutto. Che ognuno di noi pensi alle sue assoluzioni”. Chissà se sarà stato il primo pensiero di Kevin Spacey non appena ascoltata la sentenza che ha messo fino a un inferno.
Il due volte premio Oscar è stato assolto nel Regno Unito da tutte le accuse – pesantissime – di violenza sessuale riservategli da quattro persone. I capi d’accusa contro di lui erano nove, tra cui aggressione sessuale, aggressione e aver indotto una persona a praticare attività sessuale penetrativa senza consenso.
Spacey era in lacrime quando la sentenza di non colpevolezza è stata letta davanti alla corte, così come era rammaricato nel recente evento di Torino, in cui ha ricevuto il premio “Stella della Mole”. Abbiamo preso in prestito proprio la sua voce per farcelo raccontare: “Mi ha preso da parte e mi ha chiesto scusa per non averlo fatto lavorare con lui in questi anni“.
A svelarcelo Roberto Pedicini, suo storico doppiatore. Che diventa una sorta di alter ego, quando doppiaggio e recitazione si fondono in un’unica performance: “C’è un’invidia nel mondo che non riesco più a tollerare, umanamente parlando. Sono davvero felice che sia tornato, al di là degli interessi personali“.
Inevitabile ora pensare al futuro: «So che in questo momento ci sono persone pronte ad assumermi nel momento in cui verrò scagionato da queste accuse a Londra», aveva detto Spacey. “Vi do questa anteprima“, aggiunge Pedicini, “gli chiesi se avrebbe fatto parte del nuovo film di Tarantino, mi rispose che non avrebbe avuto certezze fin quando non avrebbe messo piede sul set. Io me lo auguro. Tarantino ha spesso portato fortuna agli attori in rinascita. Guardate John Travolta”.
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