Germania e Polonia sono i principali emettitori di Co2 in Europa. Principalmente a causa delle centrali elettriche alimentate a carbone e lignite, presente appunto in questi Paesi. Nel 2022 le centrali elettriche a carbone e lignite hanno emesso complessivamente 456 milioni di tonnellate di co2 rappresentando il 62% delle emissioni del settore elettrico europeo. Le prime 10 centrali elettriche in classifica hanno emesso 175 milioni di tonnellate di Co2 corrispondenti al 13% delle emissioni totali europee. Alcune centrali della Polonia sono tra i maggiori emettitori d’Europa, seguite da centrali della Germania.
Nonostante gli sforzi per ridurre le emissioni e per promuovere fonti di energia rinnovabile e nonostante la retorica Europea, il carbone rimane ancora una componente significativa dell’energia Europea. La Germania ha deciso di chiudere le centrali nucleari prima di quelle a carbone, il che comporterà un aumento di emissioni nel 2023. Le politiche diciamo Europee per l’efficienza energetica delle abitazioni sono costose e asimmetriche rispetto all’industria del carbone. E il cosiddetto “Green Deal“, cioè l’accordo verde europeo, manca di una reale analisi costi e benefici, cioè sono indicazioni aprioristiche. Sono indicazioni di crociate ideologiche, ma non hanno fatti i conti. Questa gente non hanno fatto l’analisi costi benefici e mancano i fondi sufficienti per raggiungere gli obiettivi Green che loro dichiarano.
Questo potrebbe essere un modo per favorire l’industria e il settore finanziario tedesco a spese degli altri Paesi europei. Quando cittadini, voi dovrete tirare fuori decine di migliaia di euro, se va bene, o centinaia di migliaia per rendere più verde casa vostra, sappiate che questi denari non servono all’ambiente, ma servono a rifinanziare la riconversione del modello industriale tedesco. Se a voi va bene, perdere la casa, perché così aiutiamo a riconvertire la Germania e a diventare ancora più forti i tedeschi… A me non va tanto bene. Voi che ne dite?