C’è già chi la chiama “Immuni 2.0”: IT-alert è il nuovo ed ultimissimo sistema implementato per richiamare il cittadino in qualsiasi emergenza capiti. E come arrivare al cittadino comune? Ovviamente tramite il telefono: tutti ce l’hanno, tutti sono reperibili, anche da quelle notifiche che IT-alert promette di inviare. Ci avevano già provato ai tempi del Covid e del lockdown a fornire un’app che avvisasse le persone dell’arrivo di un pericoloso “no vax” contagioso. Tentativo poi rivelatosi un fallimento totale, come riporta anche l’Huffington Post.
Meno di 200mila i tracciamenti di positivi, circa 22 milioni di dispositivi (che non corrispondono alla singola persona).
Stavolta però è diverso: IT-alert non è certo un’applicazione che l’utente può volontariamente installare dallo store.
Che cos’è allora IT-alert?
“IT-alert è un nuovo sistema di allarme pubblico per l’informazione diretta alla popolazione – si legge sul sito ufficiale – che dirama ai telefoni cellulari presenti in una determinata area geografica messaggi utili in caso di gravi emergenze o catastrofi imminenti o in corso“.
Non manca stavolta, a differenza di altre circostanze passate, una specifica: “IT-alert è attualmente in fase di sperimentazione“.
“Viene attivato in caso di gravi emergenze“, ma poi ecco che arriva un’altra precisazione da non sottostimare: “In prima battuta ci si è concentrati su alcune tipologie di eventi e non viene utilizzato in quelli a elevata incertezza, fortemente localizzati o con un margine assai breve di prevedibilità o di evoluzione“. “In pratica dice che per adesso decidono questo tipo di emergenze, ma poi in futuro potrebbero deciderne altre“, commenta Fabio Duranti.
Sempre a differenza di altre situazioni già viste nel tempo della pandemia, il nuovo sistema della Protezione Civile ci tiene a parlare di “incertezza scientifica“. Ma lo strumento non sarà adibito all’uso esclusivo della Protezione Civile. “Tutte le componenti del Servizio nazionale di protezione civile potranno progressivamente utilizzare direttamente il sistema“.
Tornerà dunque il “per il bene comune”? “E’ evidente – dice il filosofo Diego Fusaro – che questo modo di impostare le cose serve per far sì che le persone accettino di buon grado spesso senza nemmeno informarsi ciò che in un contesto normale mai accetterebbero.
Nessuno avrebbe accettato 3 mesi di confinamento domiciliare se non fosse stata ventilata la situazione emergenziale con tutte le conseguenze nefaste del caso. Ugualmente nessuno accetterebbe di farsi inserire nel cellulare un dispositivo, peraltro non voluto, con il quale ci segnalano di volta in volta cosa vorranno. Magari vi diranno “state a casa” prossimamente.
Oppure consumate meno energie e chissà quali altre cose“.
In ricordo dell’app anti-Covid “Immuni”, si scorge però una differenza sostanziale: “Un’app Immuni che ce l’ha fatta.
Non passa più dal consenso delle persone ma viene imposta. Adesso la nuova versione Immuni 2.0 viene imposta d’imperio a tutti perché ‘c’è l’emergenza’“. Rimane dunque da vedere cosa accadrà e se e a quali derive possa arrivare il sistema di allarme tutto italiano, anche se un sistema praticamente identico lo troviamo di già anche nel Regno Unito, che lo ha annunciato proprio in questi mesi.