Continua a far discutere l’intervista rilasciata a “Chi l’ha visto” da Salvatore Parolisi, condannato in via definitiva per l’omicidio della moglie Melania Rea, al quale ha inferto 35 coltellate. L’ex militare ad oggi ha scontato 12 dei 20 anni di carcere previsti dalla sentenza, quindi può usufruire dei permessi giornalieri. Proprio durante uno di questi ha parlato ai microfoni di “Chi l’ha visto“.
L’avvocato della famiglia di Melania Rea, Mauro Gionni, ha spiegato quale errore tecnico Parolisi ha commesso durante l’intervista: “La prima impressione dal punto di vista tecnico-giuridico è il suo principio completamente errato. Non è che uno viene condannato a una pena più bassa perché innocente. Lui è stato condannato al di la di ogni ragionevole dubbio. Se ha preso una pena bassa è perché all’epoca poteva farsi la richiesta di rito abbreviato che gli ha comportato lo sconto di un terzo. Inoltre dal 2018 c’è l’aggravante che prevede l’ergastolo per l’omicidio nei confronti del coniuge, che allora non c’era. Oggi la condizione di diritto sarebbe completamente diversa. Se l’avesse uccisa oggi avrebbe avuto l’aggravante del fatto che ha ucciso la moglie, che necessariamente sarebbe stata applicata”.
L’avvocato commenta anche le parole di Parolisi sulle motivazioni del suo tradimento nei confronti della moglie, raccontando ancora fatti personali e vicende familiari che secondo lo stesso, fanno capire quanto non ci sia pentimento nelle parole dell’ex militare: “Una cosa veramente raccapricciante, non ha rispetto per la vittima del reato, che sarebbe la moglie, ma nemmeno per i parenti della vittima. In dodici anni di rieducazione, mi chiedo, e chiederemo al magistrato, questo è il percorso rieducativo di Parolisi? Quella sugli ergastolani usciti prima di lui, è una sciocchezza giuridica”.