Uno Stato vero è garante dei cittadini che lo hanno eletto volontariamente, consapevolmente, con spirito critico i propri rappresentanti a difendere quei diritti. Questo almeno dovrebbe essere il presso democratico, che però oggi secondo Fabio Duranti “vediamo vacillare” infatti “nel mondo occidentale tutto questo si sta sgretolando“. Il riferimento è anche ai temi di stretta attualità come la guerra in Ucraina “C’è una guerra in corso sulle cui ragioni noi sappiamo quello che ci dicono i media, la propaganda dall’una, ovviamente, e dall’altra parte. Quindi la ‘vera verità’, come al solito durante le guerre, è la prima vittima purtroppo che cade sul campo immediatamente. Poiché Putin è stato colui che, al contrario di quello che fece Eltsin, ha cercato di restituire ai cittadini quella centralità dello Stato, mettendo un po’ agli angoli gli oligarchi che invece ne avevano acquisito il potere totale anche dei beni pubblici. Putin va contro e si scontra con le logiche del liberismo sfrenato, potrebbe essere diventato per l’occidente, il nemico pubblico numero uno?”
Diego Fusaro dal canto suo oltre ad essere d’accordo ci tiene anche a sottolienare come oggi viviamo situazioni anche peggiori di quelle della Russia di qualche decennio fa: Sembrava che con Gorbaciof la sua perestroika prima e poi con gli essi nel processo di liberalizzazione e di americanizzazione la Russia fosse ormai completamente fuori dai giochi e si avviasse a diventare una dependance di Washington e una parte interna al mondo occidentale del libero mercato. Poi sopraggiunse Putin nel 1999, e cambiarono decisamente le carte in tavola. Putin rivendicò uno Stato superiore all’economia. Putin rivendicò la possibilità di far valere un multipolarismo e quindi di far valere la sovranità della Russia contro gli appetiti e le ingerenze atlantiste.
E lì originò l’inimicizia verso la Russia di Putin, perché Putin mandò all’aria i piani di Washington, che erano i piani ben espressi da personaggi discutibili, come Gorbaciof, come Eltsin. Non per caso non vi sarà sfuggito che quando è morto Gorbaciof, l’anno scorso, è stato oggetto di una quasi beatificazione da parte dell’Occidente che corrisponde a una damnatio memorie da parte della Russia. Perché se voi provate a pronunziare il nome di Gorbaciof in Russia troverete delle reazioni ben diverse rispetto a quelle che trovereste se lo pronunciasse nell’Europa o in America, perché in Russia Gorbaciov viene percepito come colui che ha rovesciato definitivamente l’Unione Sovietica. Ora, l’unione Sovietica era piena di contraddizioni, di limiti, di anche di orrori, in molti casi. Ma quello che è chiaro è che ciò che è venuto dopo Gorbaciof e Eltsin è stato assai peggiore per i russi.
I russi hanno visto calare le loro aspettative di vita, hanno visto calare la loro capacità di esistere in maniera dignitosa. La libertà per i russi, dopo, è significato per le donne venire a fare le badanti, anche se laureata in ingegneria spaziale. Dev’essere chiaro anche questo e quindi possiamo ben dire che il mondo diviso in due blocchi era un mondo terribile, ma quello che è venuto dopo è assai peggiore. Oggi siamo molto più controllati di quanto non fossero i cittadini della DDR dell’unione Sovietica. Certo, i totalitarismi rossi e neri sono alle nostre spalle, per fortuna direte. D’accordo, ma il totalitarismo che stiamo vivendo oggi è infinitamente più potente perché è potenziato tecnicamente. La tecnica al tempo dell’Unione Sovietica era poca cosa rispetto a quella che è oggi”.