Il cambiamento climatico è il tema del momento, il più discusso.
E come in quasi ogni altro dibattito, nel paese pare essersi scatenata una lotta tra fazioni: c’è chi sostiene e chi crede alla teoria della responsabilità umana nel climate change. Oppure c’è chi “osa” porsi qualche domanda in più, onde evitare degenerazioni varie già viste.
Ma nell’epoca del web, dell’internet, guai ad abbassare la guardia: a prendere parte si fa presto, a condividere informazioni false per portare acqua al proprio mulino pure. Per quanto infatti le intenzioni possano essere nobili, la veridicità di ciò che discutiamo deve avere una certa priorità. Ovviamente al primo posto non dimentichiamoci mai della libertà d’opinione. E’ ciò che precisa Fabio Duranti: “Andate sempre a guardare le fonti“.
La “fake” in questione riguarda una citazione molto ricondivisa in questi giorni.
Il presunto autore sarebbe François Rabelais, scrittore e umanista francese del sedicesimo secolo. L’opera? “La vie de Gargantua et de Pantagruel” del 1542. Il testo condiviso recita: “Faceva sempre più caldo, un caldo intollerabile, le estati erano come inferni e gli abitanti dei villaggi non trovavano ristoro nemmeno nei torrenti e nei laghi, divenuti caldi come brodo. Qualcuno diceva che erano i segnali dell’imminente fine del mondo. Gli esperti scienziati borbottavano a tutto spiano salmi incomprensibili e paurosi, che facevano la fortuna dei preti, sempre più cercati da piagnucolanti fedeli in cerca di salvar l’anima. Quando l’estate finì, tutto tornò come sempre. Era stata la solita estate calda di ogni anno. I preti e gli uomini di scienza si erano arricchiti, mescolando con sapienza superstizione e paura. Sarebbe poi arrivato il solito inverno di sempre”.
La citazione però è già stata smentita: nessuna traccia della sua esistenza nell’opera suddetta, né nelle altre dell’autore citato.
“Questo lo ha generato la follia collettiva, la psicosi – commenta Duranti – una follia creata dal potere che ha poi prodotto Guelfi e i Ghibellini in ogni dove. A questo proposito direi a tutti di aumentare ognuno di noi la propria cultura per capire quando ci stanno prendendo per i fondelli, per innalzare un senso critico“. D’altra parte, i dati sul climate change destano talvolta dubbi ben più grandi e rilevanti di citazioni assegnate ad autori. A proposito di dati e misurazioni, l’editoriale di Duranti ne inquadra qualcuno da sottolineare.
Ascolta l’intervento integrale a Un Giorno Speciale.