Buio pesto in casa Lazio a seguito delle due sconfitte consecutive subite nelle prime due gare di campionato, i biancocelesti di Maurizio Sarri non trovano la forza di risollevarsi contro un Genoa combattivo che passa di misura all’Olimpico. Sembra ormai soltanto un lontano ricordo il secondo posto raggiunto al termine della passata stagione a fronte di zero punti conquistati all’avvio di campionato da parte di una Lazio sottotono, che sembra seguire a fatica i ritmi di due squadre da bassa classifica e manca della motivazione necessaria a riprendere in mano le partite. Maurizio Sarri rincara la dose tuonando con dichiarazioni al vetriolo post partita, alimentando le polemiche e i dubbi di molti.
Sandro Corapi, mental coach di fama internazionale che coadiuva numerosi atleti e commissari tecnici della Serie A nella gestione della dimensione psicologica e comportamentale, famoso per il suo contributo alla vittoria della Coppa Italia della Lazio di Petkovic nel 2013, ha commentato le parole di Maurizio Sarri e l’impatto che queste potrebbero avere sul gruppo: “Si è parlato di parole imbarazzanti, ma io aggiungerei che queste parole sono scioccanti in termini di leadership. Un leader non può comunicare in quel modo ai suoi ragazzi, a quei ragazzi che lui ha scelto, che lui dovrebbe motivare e responsabilizzare, che lui dovrebbe mettere nelle migliori condizioni fisiche e mentali. Parlando in termini tecnici, la comunicazione genera sempre una reazione, io se fossi uno dei suoi giocatori mi sentirei profondamente offeso da quelle parole. Ci sono moltissime contraddizioni nelle sue parole, alla Lazio non credo sia mancata qualità, ma motivazione, e la motivazione deve essere generata dal leader, che dovrebbe essere il commissario tecnico“.
“La sconfitta contro il Lecce doveva essere l’input di un analisi costruttiva e di una presa di coscienza che doveva partire in primis da Sarri, ma così non è stato. Ho sentito tanti alibi da parte del mister e mai una assunzione di responsabilità, un gruppo va sempre protetto, soprattutto pubblicamente. I problemi si risolvono nello spogliatoio e non si possono rendere pubblici in questo modo, non tutelando il benessere del gruppo. Un leader deve fare attenzione alle parole che usa, se una persona è in difficoltà bisogna usare parole che vadano in protezione di chi ascolta, per motivarlo e dargli il coraggio necessario a risollevarsi“.