I retroscena che Vannacci avrebbe potuto svelare nel suo libro

Non voglio entrare nello specifico del caso Vannacci perché già si è sollevato un polverone enorme. Ritengo oltretutto di essere d’accordo sul 70% almeno delle cose scritte dal Generale, ma credo che la maggior parte degli italiani siano d’accordo con quanto scrive, anche perché molte sono delle ovvietà. Certo, ci sono state tutta una serie di forzature dalle quali prendere le distanze, ma quelle forzature evidentemente gli sono servite proprio per sollevare questo polverone mediatico, quindi è stata più una scelta di marketing che di altro. Ci tengo però a precisare una cosa: non deve essere accostato, come stanno facendo in tanti, nella maniera più assoluta il nome del generale Vannacci con la parola censura, perché non si tratta di censura nella maniera più assoluta.

Non c’è un quotidiano che nelle ultime settimane non abbia riportato un articolo sul libro del Generale, non c’è un quotidiano che non abbia riportato un pezzo di una intervista al generale Vannacci, addirittura stamattina La Verità, il quotidiano, gli ha dedicato le prime tre pagine. Il Generale avrebbe invece conosciuto la vera censura, se avesse trattato argomenti meno ovvi, degli argomenti che un Generale del suo grado ben conosce. Faccio un esempio, se il Generale avesse davvero voluto terremotare il sistema, avrebbe potuto raccontare qual è il grado di sudditanza delle forze armate italiane ai servizi segreti statunitensi dal dopoguerra fino ad oggi. avrebbe potuto raccontare che cosa accade sui cieli italiani coperti dal segreto militare, avrebbe potuto raccontare che cosa stiamo inviando in Ucraina e avrebbe potuto raccontare perché il conflitto è nato, NATO a lettere maiuscole come il titolo del mio libro.

Allora sì che il generale avrebbe conosciuto la censura, ma la censura vera, cioè la censura di chi non vedrà mai il titolo del proprio libro su un giornale mainstream, la censura di chi si accorge che i media mainstream fanno di tutto per non nominare mai il nome di un autore controverso, la censura di chi vede le proprie pagine social rimosse dal giorno alla notte senza appello, la censura di chi vede i propri libri introvabili nelle librerie, ossia la censura che subiscono tanti autori, e vi parlo veramente per esperienza personale, quindi massima solidarietà al generale Vannacci che deve essere libero di poter scrivere quello che vuole, condividiamo tante delle cose che ha scritto. Però vi prego non accostate la parola generale Vannacci con la parola censura perché di censura non si è trattato.

La censura non sbatte il tuo libro primo in classifica in 48 ore quindi attenzione a quelle che sono delle magistrali operazioni di marketing perché come si dice a Napoli, ca’ nisciun è fess’.

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