“Liedholm lo mandavano a dormire e poi i giocatori andavano in giro per Brunico chi da una parte e chi dall’altra. Si facevano le spaghettate notturne durante i ritiri. Oggi sono tutti un po’ troppo seri, prima c’erano anche negli uffici stampa personaggi come Carletto Iuliano che portava il teatro in trasferta”.
Questo è solo uno dei racconti di un calcio che è radicalmente cambiato, e che Franco Melli ha raccontato durante “Radio Radio Lo Sport. La vita attorno ai campi da calcio era radicalmente diversa, molto più aperta e libera e i rapporti con i giornalisti a volte cruciali. Come con l’allenatore della Lazio della seconda metà degli anni 70 Vinicio: “Avevo preso le cause di Pulici che lui aveva sostituito con Garella, lui mi voleva picchiare. Wilson e altri giocatori come Cordova mi dissero ‘ma perché non vai ad intervistare il presidente Lenzini a Piazza Carpegna?’. Io vado e lui me ne racconta di tuti i colori sul suo allenatore Vinicio, riporto tutto sul giornale e la settimana dopo la Lazio perde a Foggia e Lenzini esonera l’allenatore. Poi Garella mi ha voluto bene, nonostante gli avessi creato dei problemi”.
Un calcio che non esiste più appunto, quando si poteva sfidare i calciatori prima di una finale di Champions, quando raccontare le squadre di calcio era possibile, come dimostrano alcuni episodi vissuti in prima persona dallo stesso Melli in ritiro con la Roma: “Quando la Roma stava preparando calci di rigore e nel pieno di questa gara passa il presidente Viola, La Roma di Conti ci ha dato belle soddisfazioni, abbiamo girato mezzo mondo con quella Roma lì. Altri tempi, quando le squadre aspettavano in aereoporto i giornalisti per tornare tutti insieme”.