Giorgia Meloni si è nuovamente incontrata nei giorni scorsi con l’arcobalenico vegliardo Joe Biden. Egli è, come sappiamo, il presidente dell’autoproclamata più grande democrazia del mondo: la civiltà dell’hamburger, quella che si autodefinisce la patria dei diritti e della libertà e che, forte di questo titolo auto assegnato, pretende di muovere guerra in nome della pace, dei diritti a tutti i governi che non siano ancora stati inglobati nell’America noosfera e magari provino anche a sottrarsi al dominio imperialistico di Washington, spacciato per civiltà e democrazia.
Ebbene, Giorgia Meloni ha ribadito senza troppa originalità, invero, che i rapporti tra l’Italia e l’America sono sempre più solidi. E in effetti si tratta, a ben vedere, di una subalternità completa dell’Italia a Washington. E in effetti Giorgia Meloni si è scordata di precisare che si tratta di rapporti di sudditanza dell’Italia rispetto all’America e non certo di relazioni inter pares. Relazioni inter pares che prevedrebbero, se esistessero, un rapporto di pari riconoscimento tra i due Paesi, laddove, come sappiamo, il rapporto è di ben altra natura. Gli Stati Uniti d’America, ad esempio, hanno in Italia più di 100 basi militari, laddove l’Italia non ne ha nemmeno una negli Stati Uniti d’America. E già questo dovrebbe valere a un più puntuale inquadramento della reale natura del rapporto che lega il nostro Paese alla civiltà neo leviatani del dollaro.
Più di prima, peraltro, con Giorgia Meloni, l’Italia continua a svolgere l’ingrata parte di colonia senz’anima di Washington. E lo fa, come sempre, danneggiando il proprio interesse nazionale per tutelare a piè sospinto quello imperialistico della civiltà dell’hamburger. Tra le tante definizioni possibili di patriottismo, non immaginavamo vi fosse anche quella di cadaverica servitù dell’interesse americano. Eppure questa sembra essere l’accezione di patriottismo fatta valere dal governo blu et neoliberale di Giorgia Meloni. Continuazione peggiorativa, se mai è possibile, del precedente governo dell’euro in nome di Bruxelles, Mario Draghi. Un patriottismo di cartapesta, si potrebbe ben dire tale è quello di Giorgia Meloni. E ciò secondo un rapporto asimmetrico, perfettamente raffigurato dalla scena memorabile di qualche tempo addietro, che mostrava Joe Biden Arcobaleni co vegliardo tenere per mano come una bambina Giorgia Meloni. Ebbene, in quell’immagine era custodita la reale essenza del rapporto che lega l’Italia alla civiltà del dollaro. Un rapporto che naturalmente non risale al governo di Giorgia Meloni, ma è ben radicato nella storia, soprattutto dopo il 1945, quando l’Italia ha scelto, anche se in realtà non è stata poi una scelta, di essere una colonia di Washington o, per riprendere un’espressione di Enrico Berlinguer, ha scelto di stare sotto l’ombrello della Nato, cioè di essere una colonia senz’anima. Questa è la storia del nostro Paese e questo è il rapporto reale che lega Roma a Washington.
Radio Attività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro