Se volessimo esprimerci, riprendendo le parole di uno dei più esplosivi testi della modernità filosofica, dovremmo dire che uno spettro si aggira per il mondo e quello spettro è il risveglio della lotta anticoloniale da parte dell’Africa. La vicenda recentissima del Niger, di cui anche i giornali più venduti e mainstream parlano con viva preoccupazione, pare a tutti gli effetti potersi inquadrare come un risveglio delle benemerite. Non soltanto il Niger, ma anche il Burkina Faso e il Mali hanno con orgoglio rivendicato l’esigenza della liberazione del continente africano dal perfido e mortifero giogo dell’imperialismo occidentale.
“È ora che i governi africani non siano più soltanto marionette e fantocci dell’imperialismo occidentale” hanno detto quasi all’unisono alcuni presidenti africani. Ovviamente per l’Occidente a trazione atlantista, comprese le sinistre fucsia neoliberali che hanno completamente abbandonato la categoria leniniana di lotta all’imperialismo, si tratta semplicemente di ondate di violenza di paesi che non vogliono accettare il magnifico progresso e le magnifiche democrazie occidentali.
Insomma, per le sinistre fucsia neoliberali passate da Lenin alla nuova visione ultraliberista non vi è imperialismo, ma semmai avanzata della democrazia dei diritti. E poco importa che l’avanzare della democrazia dei diritti proceda tramite i missili democratici, l’imperialismo etico e i bombardamenti umanitari. La Francia principalmente, va detto, sembra in stato di allerta, dacché essa ha svolto e seguita a svolgere una parte certo non trascurabile nel colonialismo in Africa.
Lo ha fatto in passato in maniera diretta. Lo fa attualmente in maniera indiretta, per il tramite dell’infame franco africano, la moneta con cui la Francia continua a dominare indirettamente parte del continente africano. Per parte nostra siamo massimamente solidali con i popoli africani e con le loro sacrosante lotte di liberazione dall’imperialismo dell’Occidente.
Sotto questo riguardo non abbiamo dimenticato la lezione di Lenin sull’imperialismo, né abbiamo obliato la lezione di Frantz Fanon dei dannati della terra, né ancora abbiamo scordato la lezione di Jean-Paul Sartre a proposito del colonialismo europeo. Parlava dello striptease dell’umanesimo occidentale al cospetto di queste pratiche orrende ai danni dell’Africa. Ebbene, bisogna davvero sperare che rinascano le lotte patriottiche e di liberazione in Africa contro l’imperialismo, essere a favore dei popoli africani significa esattamente questo: sostenere le loro benemerite lotte di liberazione dall’imperialismo occidentale, non certo sostenere, come fanno le sinistre fucsia e neoliberali, l’immigrazione di massa, che è semplicemente uno dei tanti desideri del padronato cosmopolitico che non vede l’ora di disporre di braccia a basso costo da sfruttare, con le quali abbassare i costi della forza lavoro in generale. Sì, per difendere l’Africa bisogna difendere le sue lotte di liberazione dal colonialismo. Questo è il punto fondamentale che va ripetuto e fissato bene nel nostro immaginario.
Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro
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