La discarica di Malagrotta, il più grande giacimento di rifiuti d’Europa, continua a produrre inquinamento a distanza di dieci anni dalla sua chiusura. Nonostante tutti gli investimenti già attuati per la riqualificazione, verranno stanziati altri 250 milioni per la bonifica.
Quando si costruiscono mostri come quello di Malagrotta le conseguenze che ne derivano si protraggono per anni prima di essere risolte, emissioni costanti di gas nocivi, un vero e proprio disastro ambientale. Il problema, dunque, sono le proporzioni macroscopiche di quest’opera che ha danneggiato l’ambiente circostante.
Gualtieri ha dichiarato l’approvazione della gara d’appalto per costruire il famoso termovalorizzatore dalle dimensioni gigantesche che dovrebbe risolvere problematiche come quelle di Malagrotta. Il sindaco di Roma asserisce che attualmente la raccolta differenziata a Roma viaggi su una percentuale del 46% e che il restante 54% di rifiuti indifferenziati dovrebbe essere smaltito dal termovalorizzatore. La questione sollevata però è: se a Roma si riuscissero a raggiungere percentuali di raccolta differenziata come in altre capitali di Europa intorno al 70% e se si riuscissero a concludere in tempi brevi i lavori di sviluppo della quarta linea di smaltimento dell’inceneritore di San Vittore, la capitale non avrebbe sicuramente bisogno di un altro inceneritore o perlomeno potrebbe essere costruito in dimensioni molto ridotte.
Ci chiediamo, dunque, se l’obiettivo non sia quello di ostacolare la raccolta differenziata a Roma in favore della costruzione di un “mostro” come l’inceneritore che porterebbe guadagni enormi per molte società.
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