Quello che più di tutto infastidisce il Governo, del caso del generale Vannacci, è che quel libro abbia fatto cadere le maschere, mostrando in anticipo quello che sarà il nuovo volto della Destra della premier Meloni. Siamo infatti di fronte ad un paradosso: la Sinistra progressista difende il ministro Crosetto per i suoi attacchi al generale, che però ha espresso molte idee che sono proprie della destra sociale, quindi di parte dell’elettorato del ministro della difesa. Perché Crosetto prende pubblicamente ed arbitrariamente posizioni che lo metteranno contro pezzi di elettorato della Destra più conservatrice, e lo fa per allinearsi alle posizioni progressiste di chi dall’opposizione attacca il generale. Molto semplice. Fratelli d’Italia, divenuto partito di governo, mira adesso ai voti della destra moderata, soprattutto quelli di Forza Italia, consapevole che quando passerà l’enfasi per la morte del Cavaliere, Forza Italia comincerà a svuotarsi.
La Meloni sa bene che i moderati di Destra sono un bacino di voti che Fratelli d’Italia potrebbe intercettare, estremamente superiore a quelli che in parte ha già perso della Destra sociale e della Destra più conservatrice, a causa delle sue posizioni sulla guerra in Ucraina, marcatamente servili agli interessi statunitensi e dell’elité europee. Ma questo passaggio, chiamiamolo passaggio se non vogliamo chiamarlo tradimento dei valori e delle idee fondanti del suo partito, doveva essere graduale ed indolore. Invece il libro di Vannacci li ha costretti a scoprire le carte. La destra conservatrice è rimasta incredula davanti alle posizioni di Crosetto, condivise per assurdo da esponenti del PD, da Renzi, dai progressisti, ed ha quindi cominciato a rendersi conto che l’atteggiamento servile verso gli interessi statunitensi in Ucraina potrebbe non essere l’unico tradimento che hanno giustificato facendo appello a cause di forza maggiore, come l’inevitabile posizionamento atlantico dell’Italia sullo scacchiere geopolitico internazionale. Ma comincia ad essere evidente che si stiano tradendo adesso i valori fondativi del partito della Meloni, molti richiamati proprio da Vannacci.
La Meloni è destinata a perdere pezzi del suo elettorato più radicale a causa del supporto incondizionato all’Ucraina, così come perderà pezzi per gli attacchi di Crosetto a Vannacci. Ma pare essere convinta, la Premier, che quello a cui ha deciso di rinunciare sia infinitamente più piccolo rispetto a quello che potrebbe guadagnare accreditandosi come destra moderata. La Meloni vuole i voti degli elettori di Forza Italia alle prossime elezioni europee, vuole accreditarsi come interlocutrice affidabile dei grandi partiti europei, magari con lo sguardo rivolto al Partito Popolare europeo, utilizzando proprio Forza Italia come ponte di collegamento. Ma per farlo deve abbandonare tutto il retaggio post-fascista, i missini, e continuare a farsi fotografare sorridente mano nella mano con la sua nuova amica Ursula Von der Leyen. Per questo sta facendo di tutto per perdere alcuni pezzi lungo la strada.
Ancor meglio se quei pezzi che si staccano da Fratelli d’Italia non riesce a raccoglierli la Lega di Salvini perché finiscono in un contenitore nuovo, come quello fondato da Gianni Alemanno, con cui la Meloni pensa che in futuro potrebbe sedersi ad un tavolo. Per questo le posizioni di Alemanno sulla guerra sono diametralmente opposte a quelle della Meloni. L’ex ministro ha fondato il comitato “Fermare la guerra” e lo ha portato in tutta Italia personalmente ed oggi si è schierato al fianco di Vannacci attaccando il ministro Crosetto. È ovvio che tutti i pezzi della Destra sociale, dell’ala più conservatrice che si staccheranno da Fratelli d’Italia finiranno nel contenitore di Alemanno. Le posizioni di Crosetto sul generale, sostenute da PDini e progressisti, e quelle di Alemanno, sostenute dal comunista Rizzo e contro la Meloni, sono la palese dimostrazione che siamo veramente in un mondo al contrario.