A proposito della clamorosa notizia riportata qualche giorno fa dal New York Post sul Covid, ecco arrivare i primi provvedimenti dall’alto. Ricordiamo cos’era successo. Il New York Post ha pubblicato un articolo documentato secondo cui il Covid sarebbe uscito dal laboratorio di Wuhan e la CIA avrebbe addirittura pagato degli analisti per nascondere questa realtà. Una tesi che veniva senza troppi fronzoli etichettata e bollata come “complottista”. Una tesi che quindi non veniva presa in considerazione. Ma ora le cose cambiano: ora è tutto scritto nero su bianco. Purtroppo però questo tipo di notizie difficilmente vanno giù ai più.
Soprattutto a chi può permettersi di limitare la visione dei contenuti online. Bene, questo è quello che succede, ed è già successo.
La notizia, ripresa da tutti i media mondiali, anche le agenzie di stampa italiane hanno dovuto riportarla, anche io la pubblico la notizia sul mio blog e sui miei social. In men che non si dica, scatta la restrizione per “disinformazione” riguardo il Covid.
Dunque questo è quello che accade: riprendo una notizia mondiale, riportata a destra e a manca, e ricevo la restrizione per disinformazione.
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