Correlazione Covid, Bergamo e Neanderthal? Tutto vero. O forse si tratta di un’imprecisione nel riportare quello che l’Istituto Mario Negri avrebbe scoperto. “3 dei 6 geni – spiega Giuseppe Remuzzi, Direttore dell’Istituto – che si associano a questo rischio sono arrivati alla popolazione moderna dai Neanderthal. In particolare dal genoma di Vindija che risale a 50 mila anni fa ed è stato trovato in Croazia.
Una volta forse proteggeva i Neanderthal dalle infezioni, adesso però causa un eccesso di risposta immune che non solo non ci protegge ma ci espone a una malattia più severa“. Un’ipotesi che è stata ripresa dalla maggioranza dei giornali online, ma riportata circoscrivendo il fenomeno alla città di Bergamo. Francesco Borgonovo, vicedirettore de La Verità, ha le idee chiare su questo.
“Più che il Mario Negri in sé, sono i giornali“.
“Questa cosa poteva avere un senso se utilizzata facendo uno studio sul DNA delle persone.
Vai a vedere per esempio come agisce il vaccino: questo ha senso. Una grande sperimentazione di massa, andiamo a vedere come agisce studiando il DNA: allora cavoli se ha senso. Ma così poi finisce sul giornale ed è ‘sapete perché è successo tutto sto casino? Perché ci sono i geni di Neanderthal“. Lo stesso Remuzzi, in seguito all’espandersi della notizia, ha voluto poi precisare.
“Quello che abbiamo trovato lo abbiamo trovato lì, perché l’abbiamo cercato lì“, spiega il direttore dell’Istituto Mario Negri a HuffPost.
“Ma se lo avessimo cercato a Codogno sarebbe stato lo stesso“.
“I giornali hanno ricamato su questa cosa: la notizia è sbagliata – commenta Fabio Duranti – Però dovrebbe precisare Remuzzi.
Dovrebbe dire: ‘Guardate che avete scritto una notizia falsa, perché avete strumentalizzato la mia ricerca’. Dovrebbe fare un comunicato“.