Il 25 agosto è iniziata una nuova era per le più grandi piattaforme social. Facebook, TikTok, Google e altri grandi colossi del web si stanno adeguando alle nuove normative europee. Il “digital service act”, pensato per limitare fake news, diffamazioni e in generale per aumentare la trasparenza e la sicurezza del mondo dei social, rischia però di limitare la libertà di parola e informazione online. Ma da cosa nasce l’esigenza di questa norma, e quale storture dovrebbe modificare? Uno dei grandi temi sui quelli si fa più confusione online secondo Fabio Duranti è legato al mondo della scienza: “Ormai siamo diventati tutti assimilabili, ci siamo autoassimilati agli scienziati. Per esempio agli scienziati del cosmo, oppure agli scienziati della fisica. Higgs aveva teorizzato la presenza di una particella che però nessuno aveva mai visto, aveva ipotizzato questa cosa. Lo scienziato vero fa questo, fa un’ipotesi su un qualcosa che non si conosce e poi mette in pratica tutti gli argomenti e tutte le sue capacità per poterla confutare.
Così funziona la vera scienza, non il contrario. Il buon Higgs ci ha messo 35 anni per farsi vedere accertata la sua ipotesi su quello che poi è diventato il famoso bosone. Noi oggi ci poniamo in una posizione diametralmente opposta: arrivano persone che non hanno né arte né parte, che però si inventano teorie. Purtroppo la tecnologia oggi consente a tantissime persone di avere in mano qualcosa per poterla diffondere, se sei bravo, se c’hai due lire, se sei bravo a saperti vendere alla Vanna Marchi tanto per essere chiari. Questo dovrebbe essere”.
Continue diffamazioni, proliferare di fake news, così secondo Fabio Duranti dall’Italia è arrivato un assist perfetto a chi vuole limitare la libertà di esprimersi: “Abbiamo fatto molta confusione , soprattutto qui in Italia, e quindi abbiamo alzato la palla a chi voleva determinate norme. E allora arriva il digital act, è chiaro che è una scusa per far fuori tutti, indistintamente”.