“Inventori di malattie” è il titolo di un servizio di Silvestro Montanaro, giornalista che nel 2005 lavorava per la RAI. E proprio sulla RAI andava in onda uno speciale che alla base cercava di far capire un concetto ben spiegato dal giornalista italiano: “Le leggi della finanza e del profitto hanno invaso ogni ambito dell’agire umano. Anche la salute è divenuta luogo di grandi poteri ed enormi affari. Il malato oggi non è più uomo, ma consumatore. Così le malattie una volta tanto paventate, oggi addirittura, si inventano”.
La testimonianza del Dottor Stramezzi, figlio di un direttore generale di una azienda farmaceutica, apre una finestra sul mondo del business legato ai farmaci: “Mio padre che era un medico come me, che mi ha insegnato ad essere un medico vero, era però anche direttore generale di un’azienda farmaceutica che poi è stata acquisita da Pfizer. Lui già alla fine degli anni ’70, primi anni ’80, in pratica quando io mi stavo laureando, mi diceva: vedi, il sogno degli azionisti di un’azienda farmaceutica è riuscire a trovare un farmaco da poter vendere ai sani, perché i sani sono molti di più dei malati“.
Per dare qualche cifra che possa far capire se sia primaria, per alcune grandi aziende, la salute dei pazienti, la ricerca o il profitto, basta leggere le cifre mandate in onda nel servizio e trarre delle conclusioni, come fa Fabio Duranti: “Trentuno miliardi di dollari erano investiti per la ricerca delle malattie ma 67 miliardi di dollari per marketing e amministrazione, questo per il grande business. Noi affidiamo la nostra salute, le nostre speranze di stare meglio… Li affidiamo a queste società.