Oggi voglio dare qualche statistica, ma al di là dei numeri mi interessa commentare il significato, perché molto spesso vengono dati dei numeri statistici ma poi non è ben chiaro quella che è la logica che li lega. Ebbene, vediamo cosa è successo negli ultimi anni.
Nel 2021 l’economia italiana è cresciuta dell’8,3%, avvicinandosi ad un picco dell’8,5% che si era registrato nel lontano 1961.
Ma dobbiamo ricordarci che l’anno prima era stato l’anno del Covid e quindi, come ho spiegato molte volte, è stato un rimbalzo.
Nel biennio 2021-2022 il saldo accumulato dalla produzione arriva al 12,3%. Il PIL nominale è stato corretto nel 2021 di un +1,94%, questi sono dati che trovate anche sui principali quotidiani economici come il Sole 24 ore, e di un +1,96 nel 2022.
Ora, il fatto che ci sia una consistenza quasi analoga del 2021 e del 2022, diciamo che spiega il fatto che il tasso di crescita del 2022 sia stato confermato al 3,7%. Però attenzione, nel 2022 a correre sono state soprattutto delle spese: quelle del superbonus, che quindi continuano ad agitare i conti del passato e anche ad incombere sui conti del futuro.
Nelle tabelle però, accanto ad una forte revisione al rialzo dei servizi e della manifattura, c’è un dato da commentare: la spinta dell’edilizia è stata limata al ribasso di un decimale nonostante l’aumento di spesa attribuito agli sconti fiscali.
La revisione è ovviamente una buona notizia per l’economia italiana, però bisogna stare attenti per il fatto che riguarda soltanto il passato. Perché? Perché non ha effetti sulla manovra e sui conti della manovra che dovranno emergere con la nota di aggiornamento al documento di economia e finanza al Consiglio dei Ministri. Proprio in questi giorni ero a Roma alla Camera per un convegno, e parlavo con un’esperta del mondo parlamentare che mi diceva: “Guarda che i margini che ci saranno quest’anno saranno limitatissimi, quindi la politica potrà fare giusto il compitino“.
Quello che però non dicono allora è che il PIL nel biennio 2021-2022 è cresciuto proprio grazie alla spesa pubblica e non nonostante la spesa pubblica. Quindi sono ormai decenni che ci ripetono una filastrocca raccontandoci in realtà un mondo al contrario e cioè che l’economia cresce quando c’è espansione di spesa pubblica e implode quando c’è contrazione di spesa pubblica.
Esattamente l’opposto di quello che ci hanno fatto credere negli ultimi 30 anni.
Malvezzi Quotidiani – L’Economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi