Torniamo a parlare oggi di PNRR.
Finalmente una decisione che modifica per la prima volta il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il cosiddetto PNRR, presentato dall’Italia ad aprile 2021 e poi approvato a luglio. Dopo la valutazione positiva della Commissione nello scorso luglio fu presa la decisione dell’esecuzione del Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea che ha portato delle modifiche al piano iniziale del 2021 e che ha consentito al Ministro Raffaele Fitto di inviare immediatamente la richiesta di pagamento della cosiddetta quarta rata. Le otto modifiche approvate riguardano le politiche per l’aereospazio, per gli asili nido, per la transizione ecologica nei settori dell’edilizia, il trasporto stradale e ferroviario, le sperimentazioni per l’idrogeno, nella mobilità ferroviaria, nei settori altamente inquinanti, il sostegno alle imprese femminili, la lotta contro la povertà educativa.
La Commissione dovrà valutare adesso la richiesta di modifica di altri 144 obiettivi e traguardi ancora da conseguire. Ma una cosa è certa e cioè che la recente decisione ha diciamo avuto un impatto importante. Al di là dei contenuti è caduto un tabù.
Quale tabù? La cosiddetta intoccabilità del PNRR. E da questo io traggo spunto per rincarare la dose e spiegare quindi che noi abbiamo vissuto ormai 30 anni di dogmi, per esempio il 60% di deficit di debito PIL, il 3% di deficit PIL e via discorrendo, che sono delle valutazioni assolutamente prive di validità scientifica per le quali sostanzialmente i Paesi sono stati costretti ad adottare delle politiche di austerità. Sul PNRR, per esempio, per anni abbiamo sentito dire che non era modificabile, no? È così e non si può più toccare.
Una sorta di ‘vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare’, come diceva il nostro poeta fiorentino. Eppure, come vedete, è possibile modificare le cose. Perché è possibile? Perché quello che dovete ricordare è che non sono decisioni economiche dettate da leggi economiche, che non esistono.
Sono decisioni politiche dettate da opinioni politiche, che sono mutevoli, fallaci e soprattutto cambiabili, cioè si possono cambiare le cose. Quindi questa è una buona notizia perché finalmente abbiamo capito che le regole dell’Unione Europea non sono scolpite.