Un’altra protesta contro il Jobs Act, ma dalla stessa CGIL che lincenzia con il Jobs Act. “Non capita a tutti di essere licenziati dal sindacato. A me è successo. La Cgil mi ha licenziato il 4 luglio”. Questo il commiato di Massimo Gibelli, storico portavoce congedato – dice – dopo aver chiesto di essere riassegnato a nuova mansione.
E’ anche il motivo del commento al vetriolo di Tommaso Cerno, direttore de “L’Identità” sul j’accuse di Landini, che pubblicamente leva gli scudi, poi privatamente “non solo non si è opposto, ha firmato gran parte delle cose su cui ora grida allo scandalo. Una volta la sinistra era famosa per l’autocritica. Ecco, quella di Landini, pur non voluta, è un’autocritica. La sinistra negli ultimi 20 anni ha governato praticamente per 16 e mezzo e lui sta in quel sindacato da 20 anni. Ora ci viene a dire che negli ultimi 20 anni le cose nel lavoro non funzionano, a uno viene da dire “a noi lo dici?“.
Un po’ intoccabili, un po’ irrimediabilmente esterni alle vicende di cui si occupano, “anche quando senti tutte queste prediche sugli incidenti sul lavoro, come se il sindacato potesse solo avere il ruolo di cane da guardia, cioè di quello che abbaia quando succede qualcosa. Avrà invece anche una necessità di partecipare a questo percorso, di dimostrare che è in grado di portare del bene al lavoro, perché se dopo vent’anni i risultati sono questi incidenti e questi dati che dice lo stesso Salvini, un italiano normale lo dice, ma allora che ci state a fare?“.
E, detto da una voce che nasce da sinistra è un’accusa che pesa il doppio: “Non è un mondo giusto quello in cui il sindacato licenzia con il Jobs Act, poi va in piazza contro il Jobs Act“, continua Cerno, “non è un mondo giusto quello in cui il sindacato firma i contratti sotto i 4 euro, poi va in televisione a dire che sono gli imprenditori a fare i contratti sotto i 4 euro. Non è di sinistra quella roba lì. Saranno di sinistra le bandiere, i loro padri nobili, saranno stati di sinistra quando erano nel PCI, ma ora sono tutto fuorché di sinistra.
A me sembra che se c’è una cosa più in balia del libero mercato del lavoro è il sindacato. Credo che dopo 20 anni un segretario della CGIL che fa un’affermazione di quel tipo dovrebbe anche dire “un po’ per colpa nostra‘”.
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