L’aveva detto Allegri di spegnere l’entusiasmo, ci pensa il Sassuolo a renderlo profeta. L’entusiasmo non lo suscita il gioco della sua squadra, che però non è neppure cinica in difesa: bisogna tornare ad Anfield, anno Domini 2021, per scovare la sconfitta più recente con quattro gol subiti dal Chelsea (più recente il poverissimo preso dal Napoli).
La Juve non ha barattato il gioco per avere più sicurezza, se poi ci si mette anche Szczesny, che due volte su Laurienté si fa scivolare la situazione di mano, la serataccia è servita.
Proprio il polacco diventa protagonista sul primo gol, parando a saponetta un pallone non irresistibile che finisce in rete. Se il primo errore è da penna blu, il secondo è da penna rossa. Sempre su Laurienté una respinta, timida, finisce sulla testa di Pinamonti che non può che punire i bianconeri appena tornati in partita con Chiesa, unico positivo e propositivo.
Predica nel deserto Fagioli, si perde sul fondo, a 6 centimetri dal palo, Dusan Vlahovic, uscito per il solito Kean impalpabile e invisibile.
E pensare che al gol di Chiesa pareva di rivedere la solita squadra cinica che la riprende nonostante il buon momento degli avversari.
Ecco che si palesa, a pochi minuti dalla fine, una difesa in una serata nera: prima lasciano praterie per Berardi, che sigla il vantaggio e si erge tra i migliori in campo, poi lasciano solo Pinamonti e infiocchettano il 4 in pagella e nel tabellone con l’autogol finale.
Clamoroso come Gatti si dimentichi di essere servito da Szczesny praticamente dalla fascia. Il polacco osserva inerme il retropassaggio finire in rete, Allegri guarda esanime una classifica complicarsi senza neppure l’alibi delle coppe.