È notizia delle ultime ore che Putin aumenterà le spese militari ma non soltanto genericamente ma le accrescerà del 70%. Una cifra ragguardevole e che non può passare sotto silenzio. Come se non bastasse, apprendiamo dai quotidiani che Putin ha dichiarato che potenzierà l’arsenale nucleare.
La pace sembra obiettivamente sempre più lontana e non solo nella ragione del fatto che la guerra in Ucraina è lungi dal concludersi. Ricordate le frasi surreali di Fassino? Oltre a ciò è evidente che il mondo vada sempre più verso il riarmo ed è altresì evidente come gli stati non allineati al Washington Consensus si preparino allo scontro con la potenza imperiale a stelle e strisce.
Così deve essere la scelta di Vladimir Putin di incrementare le spese militare. Insomma non è certo un mondo di pace quello che ci attende. A rendere ancora più insidiosa la situazione è quella che abbiamo a capo dell’Ucraina un attore prodotto in vitro di Washington, Zelesky che nei giorni scorsi ha nominato come proprio consigliere un calciatore. Ciò a suffragio del fatto che si tratta di un uomo dello spettacolo che ama le scene televisive più che i luoghi della politica.
Gli Stati Uniti d’America da parte loro non si limitano ad usare Zelensky come un avatar del proprio imperialismo ma al tempo stesso stanno propiziando il conflitto contro tutti gli stati che non si pieghino a vario titolo al loro dominio: la Russia ma in prospettiva l’Iran e la Cina, il vero nodo irrisolto di Washington.
Sotto questo riguardo le parole di Soros sono le stesse di Washington: la Cina è il primo nemico della società aperta poiché è il più grande resistente alla civiltà neo-barbarica del dollaro.
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