La Svezia torna indietro: a scuola tornano carta e penna, addio al “progresso” dei tablet e computer.
La notizia è riportata in massa dai giornali: la decisione presa dal nuovo Ministro dell’Istruzione svedese Carlotta Edholm sarebbe arrivata in seguito dei dati Pirls del 2021, che hanno evidenziato un calo di concentrazione degli studenti nella lettura.
Dati simili, ad esempio, a quelli Invalsi che hanno segnalato che uno studente su due non capisce correttamente cosa sta leggendo.
In quest’ultimo caso, non sarà la tecnologia la discriminante, ma altri innumerevoli fattori.
E a questo riguardo allora la Svezia decide di fare una vistosa retromarcia.
Il problema starebbe proprio nella modalità di apprendimento: scrivere sulla carta stampata sarebbe effettivamente più stimolante che farlo su un dispositivo, digitalmente. Gli effetti della carta farebbero reagire alcuni parti del cervello in maniera totalmente differente.
E a dirlo non è solo il ministro svedese di centrodestra, ma la scienza ufficiale che lo conferma in studi tra i quali quello dell’Università di Tokyo, pubblicato su Frontiers.
Sulla stessa linea si trova lo psicoterapeuta Alessandro Meluzzi.
“E’ chiaro – spiega Meluzzi – che aumentare il grado di matericità, il grado di plasticità del sistema, quali i libri materici, le penne materiche, i fogli materici offrono in modo insuperabile, ci ricorda il fatto che i bambini una volta si divertivano molto di più giocando con un tappo, una palla di straccio, le biglie o qualche cosa di recuperato, piuttosto che con i giochi elettronici. Anche perché essendo la nostra mente materica, essendo i nostri sensi materici, è chiaro che tutto questo ha a che vedere con gli elementali della materia.
Trasformare tutto in un segnale digitale, è chiaro che vuol dire mortificare il funzionamento del cervello“.
Un altro, l’ennesimo, passo avanti dei paesi nordici rispetto a noi?
Gli esempi ci sono e nel corso degli anni sono sempre stati elogiati dai più. Tranne uno in particolare, e lo ricorda Fabio Duranti.
“La Svezia si è dimostrata avanti in tante cose. La prima cosa è: non seguire tutte le indicazioni autoritarie, niente mascherine, niente vaccini obbligatori, niente chiusure. Tutti senza mascherina e qua eravamo in lockdown“.