L’Italia del calcio sembra sprofondare sempre più in basso. L’arrivo di Luciano Spalletti sulla panchina azzurra non ha portato nell’immediato i risultati sperati. Con la Macedonia del Nord è stato uno a uno, con gli azzurri ancora incapaci di battere la modesta nazionale che ci già ci ha eliminato negli spareggi delle qualificazioni mondiali. Al gol di Immobile, più che gli attaccanti macedoni, ha replicato un errore di posizionamento di Donnarumma. La domanda del giorno dopo è incredula e unanime: Cosa si poteva fare di più?
Prova a rispondere alla questione il direttore Marco Giordano, secondo cui anche il nuovo commissario tecnico della Nazionale poteva fare di più: “Da Spalletti mi aspettavo che facesse i cambi più rapidamente dopo il pareggio della Macedonia. Raspadori poteva entrare prima per favorire un cambio modulo e garantire più soluzioni in attacco”.
Ma il problema vero secondo Giordano è molto più profondo: “Il calcio si è livellato verso l’altro, il Giappone che batte la Germania 4 a 1 ne è la dimostrazione, cosa già successa per altro ai mondiali. Noi non siamo l’Inghilterra che ha tanti giocatori di talento a disposizione, non siamo la Spagna o la Francia che è la più forte. O ci mettiamo in testa che siamo la seconda fascia del calcio europeo o non andamo da nessuna parte. Non è che tra l’Italia e l’Ucraina ci sono 150 categorie di differenza. L’Italia è più forte dell’Ucraina, ha il dovere assoluto di vincere, qualche scelta diversa me la aspetto. Spalletti è da sempre teorico del 4-2-3-1, perché non farlo dal primo minuto con Barella e Tonali a centrocampo? L’Italia ha due terzini molto forti, tra i migliori al mondo. Se il problema è il gol meglio sbilanciarsi”.