Lo scorso 30 agosto è accaduta un’altra, l’ennesima tragedia sul posto di lavoro.
Cinque operai hanno perso la vita alla stazione ferroviaria di Brandizzo, travolti da un treno mentre effettuavano lavori sui binari.
Una tragedia che ha destato scalpore e molti leciti dubbi circa la sicurezza sul lavoro in Italia, che con episodi di questo calibro, non poco frequenti, non smette di stupire, ma in negativo. Erano in cinque sui binari, un capo cantiere e un tecnico di Rfi (Rete Ferroviaria Italiana).
Proprio da una delle vittime, la più giovane, emergerà poi un video di alcuni attimi prima del tragico incidente.
Video che è stato poi consegnato alla procura perché “dalle immagini – riporta Ansa le parole dei legali delle vittime – sembrerebbe emergere un modus operandi non occasionale“. “Ragazzi se vi dico ‘treno’ andate da quella parte“, si sente nel filmato condiviso via social dal giovane. Voce che secondo le fonti sarebbe stata del tecnico di Rfi che accompagnava gli operai della Sigifer.
Riporta il Corriere della Sera le parole di Antonio Massa, il tecnico: “Non me l’avevano data l’interruzione della linea“.
Eppure, stando a quanto riporta SkyTG24, la centrale di movimento di Chiavasso aveva informato che “deve ancora passare un treno“.
Nulla osta dunque non concesso.
“Perché andare contro le regole? Per anticipare mezz’ora, un’ora di lavoro?“, sbotta Fabio Duranti.
“Viviamo in un mondo – spiega l’endocrinologo Giovanni Frajese – nel quale la vita viene parametrata e misurata in termini economici e questo non è altro che uno specchio in una società che ha completamente perso se stessa e che sicuramente si è allontanata da una strada di virtù che porta al bello e al buono. Ci troviamo in un mondo dove oggi se ne parla, di questi ragazzi, e poi tra due giorni scivola nell’oblio come tutto quanto il resto“.
“Non so se avete visto quell’immagine che è stata postata il giorno prima da uno di quei ragazzi – sottolinea lo psichiatra Alessandro Meluzzi – l’immagine di una croce. È una cosa che non vuol significare niente, ma io la vedo almeno come una metafora, ma non come una metafora religiosa, come una metafora profondamente spirituale. Quella croce di luce ci ricorda che in un mondo governato dalla sopraffazione dell’uomo sull’uomo, in un mondo governato dal profitto, in un mondo governato da demoni che pensano di essersi messi con le loro regole, leggi e pseudoscienze al posto di Dio, questa, purtroppo, è la conclusione quasi necessaria“.