E’ il 2016: negli Stati Uniti d’America c’è ancora Donald Trump come Presidente. La Brexit è iniziata con il famoso referendum fuori o dentro, poi conclusosi con il Regno Unito fuori dall’Unione Europea. In Italia vige il Governo giallo-verde di Movimento 5 Stelle e Lega.
In Francia Marine Le Pen è di grande popolarità. In sintesi, nel contesto dell’Occidente è l’ambiente conservatore, populista a fare quasi da padrone. Ma quella maggioranza è destinata a finire molto presto: negli USA Biden spodesta Trump, su cui partono inchieste di ogni genere; in Francia Le Pen non ha successo e vince Macron; nel Regno Unito il mainstream insiste sul “pentimento” per la Brexit; in Italia si susseguono prima il Conte II e poi il Governo Draghi.
A suggellare, arriva la pandemia di Covid che rallenta l’Europa e il mondo, anche dal punto di vista politico e ideologico.
Secondo Gabriele Guzzi, economista, l’effetto degli anni passati avrebbe avuto uno scopo ben preciso.
Al notare della “fase populista” occidentale, sarebbe avvenuta una sorta di correzione generale.
“E’ successo qualcosa che ha spaventato l’élite europea e internazionale, che poi hanno avuto una reazione anche abbastanza violenta, tant’è che di quei temi oggi di critica all’Europa non si può parlare più proprio.
Dal 2020 al 2022 – spiega Guzzi – c’è stata una restaurazione del sistema anche attraverso la pandemia e l’utilizzo come controllo e come rafforzamento del potere di questo sistema dinanzi a delle tendenze che lo avevano spaventato.
Il web, ad esempio, che comunque aveva contribuito a Trump, alla Brexit, ai 5 Stelle, alla Lega di quel tempo, è stato messo significativamente sotto controllo“.
Tuttavia, nonostante la “restaurazione”, le cose non starebbero andando troppo bene. A livello economico torna sì il tema spread, e l’accusa conseguente al Governo Meloni. Ma Guzzi fa notare che “la Francia è in deficit commerciale e finanziario significativo, molto peggio dell’Italia. Per certi punti di vista è più fragile“.
Il dubbio ora è tutto attorno allo stato delle cose geopolitiche. Con la guerra in Ucraina, si rischiano altri rallentamenti?
Si tornerà mai ad una situazione simile a quella del 2016? “Una vittoria eventuale di Trump, che non è la linea democratica progressista, potrebbe creare degli spazi interessanti anche per l’Italia. Credo che le cose sbagliate prima o poi finiscono.
l’Unione Europea, l’euro e come sono costruiti sono radicalmente inefficienti, inefficaci, rallentano la crescita non solo in Italia, ma in tutta Europa, che è l’area più depressa del mondo oggi, credo che prima o poi queste cose verranno di nuovo alla luce.
Loro fanno di tutto per coprirlo“.