Erano anni che vi avvisavo che volevano arrivare qui, e finalmente ci sono arrivati in modo chiaro, trasparente, lo dicono anche senza vergogna. L’aggettivo ambizioso emerge nel discorso di Ursula Von der Leyen al Parlamento Europeo sullo Stato dell’Unione Europea, sottolineando l’importanza di ristrutturare almeno il 50% del patrimonio immobiliare italiano, tradotto le case, per limitare l’aumento della temperatura terrestre entro il 2050. Vogliono tanto bene all’ambiente.
Tuttavia il governo Meloni sembra incerto su questo tema. Non capisco cosa debba esserci d’incertezza, ma comunque in questo contesto è stata proposta la creazione di un mercato di sostituzione degli immobili, in cui i grandi proprietari immobiliari venderebbero case nuove ad alta efficienza energetica, ricevendo delle case in cambio con un basso rendimento energetico. Le grandi società di gestione immobiliare investirebbero quindi nella ristrutturazione delle case, per poi rivenderle.
Questa proposta avanzata da Confindustria, Asso Immobiliare. richiederebbe incentivi e sostegno statali che però solleva dubbi riguardo al valore delle case da permutare e al ruolo dello Stato in un mercato competitivo come quello dell’Unione Europea. Ora, il problema qual è? La casa ha un significato culturale importante in Italia, essendo parte del concetto made in Italy e della cultura del buon vivere italiano e la maggior parte delle case in Italia è di proprietà dei loro abitanti, non di grandi fondi. La casa rappresenta la famiglia, il lavoro, la crescita, la stabilità.
Pertanto io non capisco cosa il governo Meloni debba discutere, perché l’idea folle, assurda, a mio parere agghiacciante, di sradicare le persone dalle loro abitazioni per metterle nella mani della finanza immobiliare, francamente è qualcosa che io aborro rispetto alle origini storiche e sociologiche del nostro Paese. Io ve lo dico da anni, è lì che vogliono andare con la finanza, a colpire il patrimonio immobiliario italiano e con la scusa di salvare l’ambiente, ma diciamolo chiaro, vogliono dare le case, il patrimonio immobiliario italiano nelle mani di grandi fondi di gestione della finanza, dimenticando che l’Italia è fatta di piccoli comuni, di tanti anziani, di persone povere che hanno investito tutto il proprio reddito non nelle azioni, non in borsa, ma in quella cosa lì, il mattone, la casa, perlomeno più o meno fino a dieci anni fa, quando poi il governo Monti impostò questa strada. Ecco, io penso che il governo Meloni debba riflettere molto attentamente sull’andare in questa direzione, perché ci sono delle famiglie da tutelare, non i grandi patrimoni immobiliari, delle famiglie.