La Cina di Xi Jinping ha di nuovo parlato chiaro, almeno per chi ancora abbia orecchie per intendere.
Senza perifrasi e senza frasi edulcoranti, ha asserito nei giorni scorsi che gli Stati Uniti e la Cina dovranno in un modo o nell’altro trovare una via di pacifica coesistenza. Si tratta di un garbato modo obliquo per dire che gli USA non possono pensare di trattare la Cina come una colonia di secondo ordine, da sottoporre al proprio dominio come sono avvezzi a fare con tutti gli stati non allineati al Washington consensus. Le parole del presidente cinese, se lette in trasparenza, suggeriscono che la Cina indubbiamente aspira al dialogo e alla coesistenza pacifica e che di tutto farà, come già sta facendo, acciocché sia possibile.
Non è un mistero, in effetti, che nell’ambito del conflitto tra Ucraina e Russia, o più precisamente tra Stati Uniti e Russia, la Cina da subito abbia svolto e continui a svolgere la posizione del paciere, dico lui o meglio dico lei, nel caso specifico che cerca di favorire gli accordi, la diplomazia, le trattative di pace. E tuttavia la frase di Xi Jinping, lungi dall’essere liquidabile come una semplice celebrazione del mondo pacificato, lascia anche intendere che veramente la Cina aspira alla coesistenza pacifica, ma come extrema ratio, qualora Washington dovesse perseguire la sua usuale via dell’imperialismo, allora essa, Cina, sarebbe anche pronta a opporre resistenza e a rivendicare dunque la propria indipendenza e la propria sovranità.
Parole chiare, dunque, quelle di Xi Jinping, che sono altresì un segnale chiarissimo lanciato a Washington.
Possiamo ben dire che la Cina ha ben inteso qual è il destino in atto. Gli Stati Uniti che dal 1989 pensavano di essere ormai la sola potenza egemone, quella ormai sulla via dell’americanizzazione imperialistica del mondo intero, ebbene si trovano ora di fronte all’emergere di potenze concorrenti come la Russia, l’Iran e naturalmente la Cina.
Proprio quest’ultima più di tutte rappresenta il nemico principale di Washington, non è un mistero e soprattutto se si considera che la Cina commercialmente e tecnologicamente pare già aver scavalcato di gran lunga Washington.
Washington mantiene ancora il primato militare, certo, e non è da stupirsi se voglia utilizzare proprio quel primato per fronteggiare chi l’ha superata negli altri versanti. Insomma, la Cina è ben consapevole della contraddizione e ci tiene a far sapere che di tutto farà per perseguire la via della pace, ma che all’occorrenza non si farà certo trovare impreparata al cospetto delle aggressioni imperialistiche e fintamente umanitarie della civiltà del dollaro.
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