In questi giorni non si fa altro che parlare, o forse sarebbe meglio dire spettegolare, intorno alla inesistente laurea dello studioso mediatico di geopolitica Dario Fabbri, il quale è balzato all’onore delle cronache per alcune sue riflessioni taglienti e accurate nell’ambito della geopolitica, che è poi il suo campo di studio privilegiato, quello che lo ha reso in qualche modo famoso. Dario Fabbri scriveva abitualmente su Limes, adesso dirige Domino, una rivista di geopolitica di Enrico Mentana, ed è divenuto un analista di spicco delle questioni legate alla geopolitica. Eppure da qualche giorno non si fa altro che parlare, o meglio spettegolare, intorno al fatto che Dario Fabbri è risultato non essere laureato. In particolare è stato l’economista neoliberale Riccardo Puglisi ad aver sollevato per primo la questione.
E dopo un lungo percorso, è emerso realmente che Dario Fabbri non ha la laurea.
Perfino il noto programma televisivo di Mediaset, chiamato Le Iene, ha dedicato alla questione un servizio.
Un servizio nel quale, curiosamente, Enrico Mentana, colui il quale fa vanto di essere il re dei fact-checker, ha ammesso di aver fatto fact-checking su Dario Fabbri senza però dire quale fosse stato l’esito dell’operazione. Ebbene, nel servizio delle Iene si mostrava come, dopo un’accurata ricerca, fosse emerso limpidamente qualche dubbio sulla reale esistenza di una laurea di Dario Fabbri.
Ebbene, raggiunto dall’intervistatore delle Iene, Dario Fabbri ha candidamente ammesso di non aver mai conseguito la laurea e ha altresì detto di non aver mai mentito, dato che non ha mai detto di essere laureato.
Vero è che in molte rassegne in cui era stato invitato veniva qualificato come dottore e non ha smentito mai la questione.
Ma non è questo il punto.
Molti dicono che la vicenda è “l’emblema di un’Italia in cui non conta realmente il merito e chi non ha la laurea può tranquillamente passare davanti a chi ce l’ha”. Mi pare un’impostazione errata e subito chiarirò perché.
Non so se mai Dario Fabbri abbia detto di avere la laurea, per quel che ne so, non ha mai pubblicamente fatto questa dichiarazione.
Se comunque l’avesse mai detto naturalmente avrebbe sbagliato e anche grandemente. Perché sappiamo tranquillamente e credo senza tema di smentita che se non è una colpa non avere la laurea diventa una colpa dire di averla quando non la si ha.
Ma il punto della questione sta nel merito.
Se vogliamo valutare il merito, siamo sicuri che il miglior modo di valutarlo sia analizzare la presenza di un titolo di studio e non invece la sostanza delle analisi, nel caso specifico delle analisi geopolitiche sviluppate da Dario Fabbri?
Coloro i quali in queste ore stanno contestando Dario Fabbri perché non ha la laurea, forse farebbero meglio, se proprio vogliono contestarlo, a criticare nel merito le sue analisi, misurando su di esse il loro giudizio critico sullo studioso.
Detto altrimenti, le tesi di Dario Fabbri sono vere o false del tutto a prescindere dal fatto che egli abbia o non abbia la laurea.
Non è che se sono vere diventano false perché ha la laurea, o se sono false diventano vere perché ha la laurea.
Ricordo per inciso che nemmeno Antonio Gramsci aveva la laurea e tuttavia sarebbe difficile sminuirne la figura per questa ragione.
In sintesi, si può sicuramente valutare criticamente la figura di Dario Fabbri, ma per farlo occorre giudicare la sua produzione intellettuale, la sua elaborazione concettuale, le sue tesi in tema di geopolitica. Pretendere di liquidare le sue tesi per via dell’assenza della laurea mi pare assurdo, ed è altresì uno dei tanti modi con cui la società inautentica della chiacchiera, dell’equivoco e della curiosità, per dirla con Martin Heidegger, evita attentamente di affrontare i temi e rimane sulla superficie delle cose.
Perché in effetti questo è proprio della civiltà inautentica, parlare di tutto senza approfondire mai nulla.
RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro