Scoppia la polemica: ecco i corsi LGBT nelle scuole.
Il tema dell’educazione sessuale è da sempre un punto fermo dei partiti di sinistra. E più volte si è cercato di portare nelle scuole corsi ad hoc. Con l’ondata woke/LGBT, il tutto si è condito di arcobaleni. Proprio qualche settimana fa si agitava la Camera: da una parte Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, dall’altra Rossano Sasso, deputato della Lega. I primi si scagliavano all’appello di quest’ultimo contro la proposta presentata da Stefania Ascari (M5S) nel 2021. Una proposta però poi bocciata da Montecitorio.
L’idea però non si ferma qui: il Comune di Roma va avanti per la sua strada e pensa a corsi LGBT. In particolare è l’iniziativa “Ti presento Andrea. Viaggio nella comunità LGBTQIA”, rivolto a medie e licei, a destare dubbi.
“Questa volta hanno risparmiato i bambini di 6 anni” – commenta Sasso in diretta. Sì, perché invece nella proposta dell’opposizione si parlava anche di scuola dell’infanzia. “Cosa ti va ad inventare il buon sindaco anziché pensare ad una città sempre più sporca, sempre meno accessibile ai disabili? Va a pensare a un vero e proprio programma dove pensano di inculcare attraverso non tecnici esperti, attenzione, perché sull’educazione e l’affettività dei ragazzi dai 14 anni in su, io da docente ed educatore potrei anche essere d’accordo.
Ma prendono militanti del Gay center del circolo culturale Mario Mieli di Roma, e pretendono di fare attività didattica in classe con ragazzi a partire dal primo anno delle scuole medie“.
Cosa non risulta accettabile? I possibili metodi.
Secondo Sasso, una certa area che supporta tale propaganda si rifarebbe a metodi non adeguati, presi in prestito nientedimeno che dall’OMS (come viene riportato anche nella proposta poi bocciata). “Loro propongono a bambini di 6 anni la scoperta dei genitali in classe e non solo“. L’ulteriore quesito è: e il consenso dei genitori? A quanto racconta il deputato, è proprio quello il punto mancante.
L’intervento integrale a Punto & Accapo.