Ieri è successa una cosa di una gravità inaudita.
Mi sarei aspettato oggi la condanna su tutti i principali quotidiani. E invece tutto tace.
Tutto tace nonostante in una delle principali tv italiane l’ex ambasciatore israeliano in Italia ha confessato che Israele vuole distruggere Gaza. Non vuole distruggere Hamas. Non vuole difendersi dal terrorismo. Non vuole vendicare un atto terroristico.
Ha detto chiaramente che vuole distruggere completamente Gaza.
Ma Gaza è una striscia dove vivono 2,2 milioni di persone, dove il 50% della popolazione è formata da minori.
Dove il 98% non ha nulla a che vedere con Hamas.
Noi oggi dobbiamo prendere atto che è stata dichiarata guerra ad una intera regione, ad una intera popolazione, strumentalizzando gli attacchi di Hamas. Ma non è stata dichiarata guerra ad un’organizzazione terroristica di alcune decine di migliaia di miliziani: è stata dichiarata guerra ad una intera regione, ad una intera striscia, di 2,2 milioni di persone che non hanno attaccato Israele.
Perché chi ha attaccato Israele è Hamas, ma, come ha confessato l’ambasciatore, si vuole distruggere Gaza.
Noi questa cosa l’avevamo intuita, perché quando su 5.000 morti totali il 50% sono bambini innocenti, ti rendi conto che non sono danni collaterali ma che si sta mirando alla popolazione civile. Vi rendete conto che l’ambasciatore ha esordito dicendo: “Vorrei dire che io – poi si è corretto – vorrei dire che noi israeliani abbiamo come obiettivo di distruggere Gaza“. E sui media di questa notizia non vi è traccia. Nonostante la confessione sia stata fatta in una delle principali tv italiane.
Ora voi provate soltanto ad immaginare se un ex ambasciatore russo in Italia andasse in tv in prima serata che l’obiettivo dell’operazione militare di Putin in Ucraina è distruggere Kiev e tutta la popolazione. Immaginate se l’ex ambasciatore russo in Italia dichiarasse che tutti quelli che minacciano la Russia nel mondo devono essere uccisi. Provate ad immaginare cosa si sarebbe scatenato a livello diplomatico e mediatico. Ma perché l’ambasciatore israeliano sente di poter parlare a nome di Israele, a nome del governo israeliano?
Addirittura si corregge, lo ripeto: prima parla in prima persona, poi si ferma e dice “noi israeliani”.
Perché quello è il sentire comune del governo di Netanyahu. Quello è il sentire comune dell’esercito israeliano che sta agendo sul mandato di Netanyahu. E il mandato è quello di distruggere Gaza, di fare quanti più danni possibili.
Sono state rase al suolo il 50% delle costruzioni di Gaza, degli edifici. Ora se la popolazione è 2,2 milioni e i miliziani di Hamas sono 10.000, se tu distruggi il 50% delle case, stai distruggendo le case della popolazione civile.
A nome di Israele puoi dichiarare guerra pubblicamente ad una intera popolazione civile e non succede assolutamente nulla, dall’altra parte la pagina Instagram con milioni di follower, che si chiamava “occhi sulla Palestina“, dove veniva semplicemente raccontata la guerra dal punto di vista palestinese, facendo vedere le immagini di reporter coraggiosi sotto i bombardamenti, è stata eliminata dai social dal giorno alla notte. Hanno voluto chiudere gli occhi della Palestina.
Il mondo deve restare bendato di fronte ai crimini di Israele, che invece quei crimini può liberamente confessarli pubblicamente in una TV italiana.
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