Non accenna a concludersi la ricerca scientifica nei confronti del vaccino anti Covid, quel vaccino fatto in fretta e furia allo scatenarsi della pandemia. Un vaccino più volte presentato come sicuro: prima, addirittura, impedisce il contagio. Poi, una volta smentito quest’ultimo fatto, ecco che fuoriescono più dosi di richiamo e booster. E poi il proliferarsi di effetti avversi dà forza ai dubbi inerenti l’inoculazione. Effetti collaterali riconosciuti poi recentemente anche dagli stessi produttori, che hanno confermato la possibilità anche di casi fatali nel bugiardino del medicinale. E dunque appare lecita la ricerca scientifica di possibili e ulteriori complicazioni: a riportare l’ultimo studio è l’endocrinologo Giovanni Frajese.
Non sono passati troppi giorni dalla vittoria da parte di Katalin Karikó e Drew Weissman del premio Nobel per la medicina, assegnato loro per la messa a punto dei vaccini a mRna, principio base di quelli contro il Covid.
A gettare ombra su una vittoria discussa è la ricerca apparsa a settembre su Radiology.
Ma cosa ha evidenziato lo studio nipponico?
Con la premessa di conoscere già i sintomi di chi ha sviluppato miocardite, si è tentato di capire se ci siano segni anche su chi non ha sviluppato la malattia. “Hanno preso 700 persone vaccinate e 300 persone non vaccinate – spiega Frajese – Incredibilmente il risultato finale è che tutte le persone vaccinate hanno avuto un aumento dell’uptake di questo tracciante a livello cardiaco per un periodo che va fino a sei mesi, il che significa che l’interazione con il cuore praticamente la hanno tutti“.
Che tipo di effetto ha questa iperattività delle cellule cardiache? Spiega Frajese che “di solito rappresenta un’infiammazione, magari non manifestabile in maniera clinica, ma che comunque esiste“.
Che tipo di complicazioni può dare? “Non lo sappiamo“.
“Fuoriescono informazioni importanti”
Constatata la tesi illustrata, Frajese ne evidenzia ritorsioni che potrebbero cambiare ciò che è stato detto a proposito del mRNA e non solo. Una delle scoperte è proprio la presenza del mRNA nel corpo per un periodo che si potrebbe aggirarsi intorno a 6 mesi. “Distrugge ancora una volta di più quella falsità che era stata detta sul fatto che l’mRNA durava 24-48 ore nel corpo per poi venire distrutto“. Ma non finisce qui.
“Se verrà confermata, come io temo, la retrotrascrizione sul DNA, ribadisco, allora abbiamo assistito di fatto a un evento che è di proporzioni storiche inimmaginabili, perché significherà la creazione di una parte della popolazione – miliardi di persone – mosaico-transgeniche“.
Fonti
Studio Radiology
Nuovo bugiardino vaccinale