La guerra tra Israele e Palestina vive fasi sempre più drammatiche con una escalation partita dagli attacchi di Hamas di pochi giorni fa e che sta proseguendo con la rappresagli dell’esercito israeliano. A rimetterci come sempre avviene in questi casi sono tanti civili innocenti, bambini compresi, che finiscono inevitabilmente sotto le bombe. Una situazione globale tanto drammatica che a Vanni Frajese fa pensare a una guerra mondiale: “Non può che portare una grande tristezza dentro vedere che, in questo momento, dove la sofferenza secondo me a livello planetario è già arrivata a dei valori fuori scala, quasi da guerra mondiale, un’emergenza dopo l’altra, di vari tipi. Alla fine, mentre i potenti del mondo cambiano volti, cambiano nomi, le situazioni rimangono le stesse e questo già dovrebbe far capire alle persone che c’è qualcosa che non torna in questo meccanismo”.
Come al solito quelli che soffrono di più e muoiono in numero maggiore sono i più innocenti, continua Frajese: “C’è un aumento della sofferenza in maniera sproporzionata che spesso va a toccare dei bambini che non c’entrano nulla con tutta quanta la storia. questa disumanizzazione che a livello mondiale sta accadendo in continuazione, questo proliferare di guerre, di tensione, di problemi dall’Africa al Medio Oriente, passando per la Corea che non si capisce cos’altro succederà, in qualche maniera sono comunque parte di un tutt’uno che in questo momento non vuole che ci sia né pace né tranquillità né serenità, perché con questi elementi è possibile indagare la natura del presente che stiamo vivendo e quindi forse riuscire a capire qualcosa di più. Invece passando da un sensazionalismo, da una strage, da un problema dopo l’altro e continuando a gonfiarlo, si continua a portare avanti questo vento di sofferenza che alla fine ricade sempre sul popolo e sulle persone più innocenti.
È difficilissimo riuscire a pensare di vedere una fuoriuscita da questo girone dantesco nel quale ci siamo, in qualche maniera siamo stati infilati e torno alla fine a dire che il messaggio deve essere sempre quello del ricordarci che siamo esseri umani, in qualunque storia ci sia, che sia quella ucraina, russa, che sia quella israeliana e palestinese, se uno avesse l’umanità di approcciarsi all’altro nel capire quali sono i suoi problemi, quali sono le situazioni che poi generano violenza e poi ulteriore violenza in una cascata che diventa quasi infinita, andremmo in direzioni completamente diverse. Invece questa continua polarizzazione tra il buono e il cattivo purtroppo non fa altro che in aspetti delle differenze e portare a una polarizzazione di tutto. Una volta che ci sono due gruppi con due colori differenti, la propaganda può continuare, la guerra può continuare e purtroppo la sofferenza può continuare. Concludo dicendo che nonostante la tristezza di quello che si è visto in questi giorni, in queste immagini comunque terribili, ciò che viene rifatto al popolo palestinese staccando l’elettricità, l’acqua, come se fossero tutti un gruppo enorme di terroristi, ovviamente è facile vedere dall’esterno che avrà conseguenze su milioni di persone che in realtà magari non c’entrano assolutamente niente con tutta questa storia, ma che come sempre saranno loro a pagare il prezzo, in particolare i bambini che vedranno crescere la loro paura di un mondo che sembra completamente impazzito”.