Fuori controllo generi alimentari e spopolamento: tutto ha un inizio, e si chiama Governo Monti

Gli indicatori congiunturali più recenti suggeriscono che l’economia italiana nei prossimi mesi probabilmente rimarrà debole. Lo ha dichiarato il presidente dell’Istat durante un’audizione sulla nota di accompagnamento del Documento di Economia e Finanza in parlamento.
I fattori? Oltre agli andamenti internazionali che conoscete, è determinante l’accesso al credito più rigido per le famiglie e per le imprese. Il lento recupero del potere d’acquisto delle famiglie, secondo l’Istat, sta frenando la crescita.

Sulla base di questi dati, la crescita annuale acquisita per il 2023 rimane al +0,7%.

Riguardo l’inflazione, a settembre oltre il 58% dei beni aggregati che vengono utilizzati dall’Istat, ha evidenziato un aumento dei prezzi del 10% o più rispetto al 2019, con oltre la metà di questi beni rappresentata dai generi alimentari (come avevo previsto).
Addirittura circa il 17% degli aggregati utilizzati dall’Istat ha registrato aumenti superiori al 25%, di cui circa il 13% è appunto nel settore alimentare.

La differenza di crescita tra i salari e i prezzi varia tra diversi settori, con una differenza di circa il 4,1% nell’agricoltura, il 4,7% nell’industria e il 13,6% nei servizi.

Poi c’è il discorso sul futuro demografico dell’Italia. Si prevede una forte riduzione della popolazione residente di decennio in decennio.

Questa in sostanza è stata la cura che abbiamo iniziato a somministrare al nostro paese a partire dal Governo Monti. Il risultato degli ultimi 12 anni di questa cura è stato quello di conservare la moneta, l’euro, e non le famiglie, le persone.
L’unica soluzione per riequilibrare il deficit con l’estero è stata quella di ridurre il reddito nazionale per limitare le importazioni e rendere più competitivo l’export.
Questa è la situazione paradossale che abbiamo creato pensando di difendere la moneta, e non un Paese.

Malvezzi Quotidiani, comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi