Oggi facciamo una digressione rispetto ai soliti temi della finanza per parlare un attimo del cosiddetto libero mercato e darvi un’idea di che cosa voglia dire veramente libero mercato. Prendiamo per esempio i voli. L’aeroporto di Crotone ha perso continuità territoriale per Roma ed ora è servito soltanto da Ryanair. E lo stesso succede a Bergamo, Orio Al Serio, terzo aeroporto d’Italia dove l’80% dei voli in vendita sono dei Boeing 737 della Ryanair. Questa compagnia aerea ormai domina il mercato italiano grazie ad una strategia di espansione, a una debolezza di Alitalia e anche all’effetto post pandemico.
Ryanair controlla oltre il 50% dell’offerta in 34 principali aeroporti italiani nel 2023, stando a quanto apprendiamo da notizie di stampa. trasportando la metà dei passeggeri su tratte brevi e medie nei primi otto mesi di quest’anno, escludendo voli intercontinentali e con l’obiettivo di portare il 50% dei passeggeri sul mercato italiano nei prossimi anni. Il tasso di riempimento elevato di questa compagnia è dimostrato dal fatto che trasporta più passeggeri di altre compagnie come EasyJet, Wizz Air, Ita Airways e via discorrendo e quindi sta guadagnando delle quote di mercato sia nei voli nazionali che nei voli tra Italia ed Europa. Tutto bello, però fermiamoci un attimo a ragionare. La compagnia ha ottenuto dei ricavi degli utili significativi dagli scali italiani in uno scenario in cui gli esperti considerano Ryanair come un vettore nazionale per voli domestici a corto o a medio raggio.
Tuttavia dobbiamo anche considerare, quando parliamo di libero mercato, che oltre a queste strategie di espansione, cioè la capacità di una compagnia di fare le proprie scelte strategiche, c’è anche l’incentivo pubblico. Stiamo parlando, secondo notizie di stampa, di oltre 300 milioni di incentivi annui, cioè di soldi pubblici, che per la maggior parte sarebbero a carico di enti locali, per cui se le notizie di stampa sono attendibili allora dovremmo ritenere che circa la metà del bilancio di Ryanair sarebbe tenuto in piedi grazie anche a contributi pubblici, a fondi pubblici.
Insomma, sono sempre tutti pronti a parlare del libero mercato però questo libero mercato molto spesso viene con le tasche dei cittadini. Ecco perché ormai da anni io dico che bisogna stare molto attenti alle parole vuote liberismo libero mercato e via discorrendo poi in realtà devono essere analizzate e dobbiamo capire se veramente le cose sono in quel modo oppure se stiamo in qualche modo con gli indirizzi di politica pubblica alterando le regole del gioco malvezzi quotidiani l’economia umanistica spiegata bene.