Secondo quanto si apprende dai giornali come il Corriere della Sera o Il Sole 24 Ore, il Governo ha presentato al Senato un emendamento al decreto legge asset per modificare l’imposta straordinaria che le banche dovranno pagare nel bilancio 2023. Nonostante l’imposta, le banche italiane dovrebbero essere in grado di mantenere gli obiettivi di remunerazione degli azionisti, grazie agli utili previsti per il 2023. Si ritiene, cioè da parte del Governo, che le banche abbiano beneficiato di una rendita di posizione e che ci sarebbe stata una mancanza di concorrenza nel settore bancario.
Il testo governativo critica le preoccupazioni espresse dalla Banca Centrale Europea riguardo all’imposta sulle banche in Italia, sostiene che queste preoccupazioni sarebbero fuori luogo, considerando i generosi profitti distribuiti dalle banche. Dall’altra parte il testo critica la preoccupazione della Banca Centrale Europea sul fatto che l’imposta colpisce di più le banche focalizzate sul credito, affermando che è normale che l’attività caratteristica delle banche sarebbe interessata dal prelievo. Per carità le banche forse non sono intoccabili, ma il governo si è mosso molto male nel cercare di toccarle. In che senso? Nel senso che intanto il fatto che si vadano a colpire le banche che erogano prestiti alle imprese, cioè credito alle famiglie e alle imprese, già la dice lunga sull’impostazione del governo. Perché ancora una volta si discriminano le banche che speculano, fanno raccolta, giocano in borsa, fanno prodotti derivati e speculativi, da banche invece che erogano i crediti alle famiglie alle imprese, cioè fanno il core business tradizionale. E quindi vengono punite di più queste che non le altre. Questo è un primo elemento strano.
Il secondo, quello veramente problematico, è che non ci si rende conto, a parte il fatto che in Italia ci sono 450 banche, però non ci si rende conto del fatto che la vera domanda è: ma perché le famiglie e le imprese non riescono a rimborsare i prestiti alle banche? Questa è la vera domanda che ci dovremmo fare. Non sarà per caso perché siamo in un sistema economico completamente sbagliato? Non sarà per caso perché da 20 anni e oltre stiamo facendo tutto quello che vuole mamma Europa? Non sarà per caso perché siamo in un sistema bloccato denominato euro a cambi fissi, che crea svalutazione competitiva su famiglie e imprese? Queste sono le domande che il governo dovrebbe farsi. Allora, va bene, potete andare anche a colpire le banche, ma il vero problema qui è che bisogna cambiare tutta la struttura del sistema economico a partire dalla Banca Centrale Europea.