Il time-lapse del Covid lo abbiamo imparato a memoria: a gennaio/febbraio 2020 partono i contagi dalla Cina, a marzo scatta il lockdown e di conseguenza tutte le misure restrittive. Mascherine per tutti, DPCM, autocertificazioni per circolare e un paese diviso in zone di diversi colori a seconda della “gravità” della situazione. Polemiche, scandali e divisione. Odio e discriminazione. Vaccini o non vaccini?
La risposta non era facilmente reperibile con certezza in quel periodo.
Soprattutto se ci si affidava all’opinione media, alla concezione del virus.
Sì perché un altro interessante time-lapse è quello della rivoluzione totale che ha affetto i vari personaggi apparsi nelle trasmissioni.
Basti ricordare Nicola Zingaretti che combatteva gli “allarmismi infondati”. O Andrea Scanzi, che, come l’ex segretario PD, assicurava: “Non è una malattia mortale. L’influenza fa più morti“. E guai a dimenticare l’iniziativa del sindaco di Firenze, Dario Nardella.
Un’iniziativa per frenare gli episodi di discriminazione e sciacallaggio: #abbracciauncinese, era l’hashtag fieramente lanciato nel periodo precedente, invece, alle restrizioni più disparate. Un video virale sui social rappresenta ironicamente quel generale ripensamento.
“Dobbiamo ridere per non piangere – commenta la giornalista Tiziana Alterio – perché veramente sembra un film, un incubo.
Ed è veramente triste perché tantissime persone ci hanno rimesso la pelle“.
Un ribaltone però avvenuto in maggior misura in Italia, afferma Alterio. Tra le immagini che scorrono anche qualcuno intento a spruzzare una sostanza – forse disinfettante – sulla spiaggia. Ma da banalità come questa, si passa poi a operazioni più serie.
Da ricordare infatti ci sono anche i famosi inseguimenti nei confronti di chi usciva per strada dei droni.
E la domanda è: “come l’abbiamo permesso?“.
“E’ incredibile riguardare queste immagini dopo un po’ di tempo – aggiunge la giornalista.
Il difetto degli italiani? Abbiamo una memoria storica molto labile. Ci fa bene riguardare queste immagini proprio per capire anche la direzione che noi dobbiamo prendere. Non dobbiamo davvero mollare la nostra resistenza: questo ha permesso la creazione di una resistenza molto più forte che in altri paesi“.
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