Per risolvere la questione palestinese, non vi è dubbio, servono due Stati per due popoli. Una evidenza, in realtà, e tuttavia in tempi di menzogna universale anche l’ovvio diventa rivoluzionario, soprattutto diventa rivoluzionario avere il coraggio di dirlo e di sostenerlo. Peraltro lo ha riconosciuto in questi giorni perfino Bergoglio, e dico perfino Bergoglio che finora è stata una delle tante voci allineatissime rispetto al nuovo ordine mondiale liberale atlantista. Di più Bergoglio figura come una voce allineata in tutto e per tutto, e non di meno, anche un orologio fermo è solito segnare due volte al giorno l’ora esatta. In effetti, quella prospettata anche da Bergoglio figura come la sola soluzione percorribile per superare lo stato di crisi e di belligeranza permanenti e per porre finalmente in essere le condizioni per una pace duratura. La via diplomatica deve essere quella, insomma. Non ci sono altre possibilità. Eppure questa, che è poi la soluzione più semplice e anche più ragionevole, sembra essere altresì la strada più difficile da percorrere nelle condizioni realmente date. In particolare, come sappiamo, Israele è seguita a svolgere la parte dell’occupante imperialistico che non intende in alcun modo riconoscere diritti ai palestinesi, men che meno si intende il diritto ad avere un proprio Stato indipendente e sovrano.
In tutto questo la comunità internazionale seguita a tacere e il suo silenzio non può che risultare assordante. La comunità internazionale, lo ricordiamo, negli anni scorsi era sempre in prima linea a denunziare errori ed orrori di stati disallineati rispetto all’Occidente neoliberale e adesso, curiosamente, pare decisamente più riluttante nel denunciare la violenza imperialistica d’Israele appoggiata dall’Occidente tutto. La considerazione da fare allora è quella classica sul concetto di giustizia, che forse, da una diversa prospettiva, andrebbe davvero intesa, almeno sul piano dei rapporti internazionali, come l’utile del più forte, secondo la tuttora valida definizione data dal sofista Trasimaco nel primo libro della Repubblica. Trasimaco obiettava a Socrate e alla sua ricerca dell’universale filosofico che in realtà la giustizia è appunto solo l’utile del più forte, l’interesse del più forte, che viene appunto contrabandato come interesse di tutti, chiamandolo giustizia. Ora, la dottrina di Trasimaco sembra attagliarsi perfettamente ai rapporti di forza, dove la giustizia sembra di fatto risolversi nell’interesse dell’imperialismo occidentale, dove ingiusto è, viceversa, tutto ciò che all’imperialismo occidentale pare resistere.
D’altro canto non avrete senz’altro mancato di notare che la logica che hanno ripetuto ad infinitum nei mesi scorsi, secondo cui l’Ucraina era invasa e la Russia era invasore, adesso non viene più minimamente evocata e soprattutto si guardano bene dall’applicarla a Israele e Palestina, dato che Israele figura come occupante e i palestinesi come occupati. In questo caso, per l’Occidente, le ragioni dell’occupante sono piene e devono solo essere riconosciute. Insomma, miseria dell’Occidente libera l’atlantista. Miseria che emerge limpidamente in questa vicenda, soprattutto anche dal fatto che nessuno vuole vedere la vera soluzione, quella di creare due stati per due popoli. Lo ha ammesso perfino Bergoglio.
Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano