“La guerra è la peggiore cosa possibile ma proprio per questo deve finire e finisce se il terrorismo viene tolto dal luogo dove agisce e soprattutto se non esiste più l’identificazione tra dei terroristi e i liberatori della Palestina, ma torna ad esistere l’identificazione tra una struttura politica che rappresenta i diritti della Palestina e la strada che è giusto che il popolo palestinese segua: cioè di avere un suo Stato, i terroristi vanno in prigione, il luogo dove devono stare”. Tommaso Cerno, Direttore de L’Identità, esprime così la sua opinione in diretta in riferimento al conflitto israelo-palestinese. La narrazione mediatica tende a prendere le parti dell’uno o dell’altro popolo senza tener conto che l’unica strada possibile da percorrere è quella di risoluzione del conflitto in ambo i casi.
Sul fronte nazionale non cessa la polemica sul caso Soumahoro che, ricordiamo però, non essere indagato personalmente. Agli arresti domiciliari si trovano moglie e suocera. “Viene da domandarsi come si fa a non accorgersi che tanti soldi sono stati spesi illecitamente, questa è la tesi dell’accusa”. Il tragico focus su Israele e Palestina si lega appunto a questo dei migranti, in che modo? “La sinistra, in questa ricerca di simbolismo (ormai vuoto di significato) usa il tema della Palestina guardando ad Hamas come usa il tema dei migranti esibendo all’Italia come simbolo della lotta degli ultimi contro i primi. Un signore che siede in Parlamento che aveva in casa un sistema di cooperative gestito da moglie e suocera che ha usato i soldi pubblici per comprare vestiti e farsi gli affari propri. Quando in giro andava con gli stivali a spiegare all’Italia che noi eravamo dei criminali perché noi trattavamo male i migranti, mentre noi con le nostre taste gli abbiamo dato 70 milioni alle sue cooperative e adesso la Procura fortunatamente ci sta dicendo che uso ne facevano.
Quindi la distanza tra l’idea, i valori che professi e il simbolo che tu usi per mostrarvi al mondo è esattamente la stessa, nel nome di una bella parola: tragici fatti. Quindi la sinistra delle parole, qui non servono parole, qui servono comportamenti conseguenti”, conclude Cerno.