“Perché non crei una pluralità nelle tue trasmissioni? Perché non c’è mai un contraddittorio di chi la pensa diversamente da te?”
Questa la domanda che arriva da un ascoltatore di Un giorno Speciale nei confronti di Fabio Duranti. La placida provocazione arriva in merito alle lunghe battaglie portate avanti da Duranti durante e post emergenza pandemica. Un Giorno Speciale ha sempre affrontato in modo critico e meticoloso le questioni riguardanti vaccini, green pass, vigile attesa, medici sospesi e chi più ne ha più ne metta. La risposta è sempre stata positiva da chi ha, anche soltanto per un attimo, messo in dubbio tutto quello che ci è stato propinato da governi e autorità competenti sotto il segno dell’emergenza. Ma la controparte? Cosa ne pensa chi si è fidato e affidato ciecamente? È proprio questo il dubbio instillato dall’ascoltatore sopracitato in precedenza e la risposta di Fabio Duranti non ha lasciato spazio a interpretazioni.
“Sai qual è il problema che abbiamo in questo periodo?“, ha principiato Duranti, “Se qualcuno pensa di essere buono e configura i cattivi come quelli che la pensano in un modo diverso, l’idea di sostenere un confronto diventa complessa, se non impossibile. Perché questo confronto dovrebbe avvenire con persone che parlavano di complottisti, no-vax, cattivi, ghettizzati. Io non ho mai accettato le imposizioni derivanti dall’emergenza, non ho mai avuto il covid, non ho mai rappresentato una minaccia per nessuno. Eppure gli agenti governativi dicevano che io fossi un assassino e chi pendeva dalle labbra di questi ultimi non ha potuto che asserire lo stesso. Addirittura il signor Draghi ha detto che chi non si punturava all’epoca era un pericolo per la comunità. Allora, in una situazione del genere, dove il pozzo è avvelenato, come possiamo bere la sua acqua? Quindi questo confronto come può avvenire?
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