L’omicidio di Giulia Cecchettin per mano del suo ex ragazzo ha scosso l’intero Paese. Assistiamo in questi giorni, mentre Filippo Turetta viene estradato e assicurato alle autorità competenti italiane, a una grandissima ondata di risentimento collettivo che prende di mira il patriarcato. Un grido di protesta che vorrebbe in parte colpevoli tutti gli uomini. La narrazione alimentata dai media a corollario dell’omicidio di Giulia Cecchettin non piace a Fabio Duranti che ne individua possibili motivazioni: “Sembrerebbe che per fare cassetta, per fare numeri, soprattutto i media, oggi non fanno altro che inventarsi queste contrapposizioni, uomo-donna, femminicidio-patriarcato, insomma tutte puttanate che servono probabilmente a fare un po’ di numeri per loro ma a distruggere ancora di più la società”.
Alla base del fenomeno, oltre al lavoro dei media, per Vanni Frajese c’è anche una banalizzazione insostenibile: “C’è come al solito la banalizzazione delle cose all’estrema superficie. Quindi la questione diventa che i maschi, soprattutto se bianchi ed eterosessuali, sono fondamentalmente il male di questo mondo e dovrebbero chiedere perdono solo per il fatto di esistere. Chiaramente è un punto di vista di una superficialità che sarebbe ridicola in un altro spazio tempo. Peccato che nel mondo in cui viviamo è stata ripetuta talmente tante volte che, così come tante altre menzogne, sono penetrate all’interno di quella che si può chiamare la coscienza collettiva.
In tutti questi discorsi manca sempre il punto centrale, cioè quali sono i valori che mi muovono? Che cos’è che io sto ricercando in qualche maniera di rappresentare nella mia vita? Per esempio il modello del cavaliere, noi l’abbiamo completamente abbandonato, sembra una cosa di un altro mondo, neanche della terra. In realtà era un modello maschile estremamente raffinato, estremamente bello, che pone la donna non in una condizione di minoranza, ma la esalta, ne esalta la differenza, ne esalta la bellezza, ne esalta l’intelligenza, l’intuizione e la capacità di osservare la natura e le cose, le interazioni umane a un livello molto più complesso di quello di cui lo stesso maschio invece è in grado di fare”.