Quando si denuncia l’operato di Israele a Gaza, si sente rispondere che le azioni israeliane sono una risposta a debili attacchi terroristici da parte di Hamas il 7 ottobre. Poi c’è la domanda se si condanni Hamas, se si prenda le distanze dal terrorismo e se si ritenga che il 7 ottobre sia stato un attacco terroristico. Certamente, condanniamo Hamas e chi ha agito quel giorno, ritenendo quegli attacchi come terroristici. Tuttavia, le domande cruciali sono chi trae vantaggio da quei terroristi e chi ha permesso loro di agire. Non è in discussione se si tratti o meno di terroristi, ma per conto di chi agivano quei terroristi? Chi ha lasciato che agissero e chi aveva bisogno delle loro azioni per realizzare la propria agenda?
Dobbiamo focalizzare l’attenzione su questo. E la risposta è chiara: il popolo palestinese non ne sta traendo vantaggio. Coloro che soffrono sotto le bombe, vedono distruggere le proprie case, città e famiglie, non beneficiano affatto dagli attacchi di Hamas il 7 ottobre. Chi trae vantaggio? Coloro che volevano controllare Gaza, creare un nuovo esodo di palestinesi, bloccare la causa palestinese o radere al suolo Gaza. Coincidentemente, sono i punti dell’agenda di alcuni ministri del governo Netanyahu, che oggi stanno realizzando grazie agli attentati di Hamas.
Chi ha rafforzato Hamas negli ultimi anni? Secondo i media mainstream e gli israeliani, la risposta è il governo Netanyahu. Ha finanziato e rafforzato Hamas per scopi anti-Al Fatah. Hanno permesso l’ingresso di 2 miliardi di dollari all’anno nella Striscia di Gaza, nelle mani di Hamas per scopi anti-Al Fatah. Chi trae vantaggio dalle conseguenze degli attentati di Hamas? Coloro che hanno finanziato e rafforzato Hamas, coincidendo con chi sta realizzando i propri piani attraverso la complicità internazionale. Fare 2 più 2 suggerisce chi potrebbe muoversi dietro Hamas o, almeno, dietro a quella frangia di Hamas che ha agito il 7 ottobre in Israele.
La Matrix Europea – La verità dietro i giochi di potere con Francesco Amodeo