Dagli ultimi sondaggi, proprio in questi giorni, emerge limpidamente come l’arcobalenico e vegliardo Joe Biden risulti indietro.
E non goda dunque del gradimento che invece gli viene attribuito, in maniera unificata, dai media più allineati e dal loro monopolio della gestione dell’informazione. La domanda che sorge spontanea è allora una sola: se Donald Trump sia pronto a tornare in campo e magari anche in sella alla guida degli Stati Uniti d’America.
Come sappiamo, Donald Trump è ormai sistematicamente perseguitato dalla giustizia negli Stati Uniti d’America, con un nemmeno troppo obliquo obiettivo. L’obiettivo è proprio questo: impedirgli di tornare alla Casa Bianca.
Come più volte ho avuto modo di sottolineare, peggio di Trump vi sono solo Biden e la signora Clinton.
Perché Trump, indubbiamente preferibile a Joe Biden e alla signora Clinton, resta pur sempre un neoliberale convinto.
Proprio come gli Stati Uniti, che ci sia Trump o che ci sia Biden, restano dopotutto una potenza imperialistica, o, più precisamente, il principale nemico della pace e di un ordine multipolare sottratto all’imperialismo a stelle e strisce.
E tuttavia questo deve essere chiaro, al di là di ogni ragionevole dubbio.
Trump, come usa dire, è il male minore, soprattutto se considerato a mali ben maggiori come Biden e come la signora Clinton.
Vedremo dunque come andranno le cose, e soprattutto vedremo quali altre astuzie escogiteranno negli Stati Uniti d’America per ostacolare in ogni guisa Trump e per riconfermare Biden.
Biden, infatti, lo sappiamo, è, allo stato dell’arte, l’uomo più funzionale che vi sia all’imperialismo di Washington e al nuovo ordine mondiale liberal-atlantista. Dunque non ci stupiamo affatto se di tutto stanno facendo per farlo trionfare su Trump, costi quel che costi.
Perché lo sappiamo bene: Joe Biden rappresenta al meglio quello che viene definito il “Deep State“, figurando a tutti gli effetti come una marionetta che, molto spesso apparendo incapace di intendere di volere, semplicemente esegue cadavericamente gli ordini del cosiddetto “Deep State”, vale a dire del blocco unificato oligarchico e neoliberale dell’alta finanza e del grande capitale multinazionale.
Quelli che per inciso governano realmente gli Stati Uniti d’America, che ci sia Joe Biden o che ci sia Trump.
Vero è che Trump, voglio sottolinearlo ancora, durante il suo mandato ha assunto un contegno decisamente più moderato rispetto ai desiderata del blocco oligarchico neoliberale. Ha cercato in qualche modo di dare soddisfazione anche alle classi lavoratrici e ai ceti medi, ossia agli sconfitti del globalismo, quelli che più stanno patendo sulla loro carne viva le contraddizioni dell’ordine neoliberale e globalista.
Ebbene, già solo per questo Trump appare del tutto indesiderato all’ordine dominante, che vorrebbe invece sempre e solo fantocci, come Joe Biden appunto, pronti soltanto a rispondere cadavericamente agli ordini dell’alto, senza curarsi minimamente del basso delle classi lavoratrici e dei ceti medi. Quelli che per inciso nel 2016 in un suo discorso la signora Hillary Clinton definì senza ritegno “a basket of deplorables“: “Un cesto di deplorevoli. Perché così vengono intesi, concepiti e trattati gli ultimi gli sconfitti della globalizzazione da parte del blocco oligarchico neoliberale. Ebbene Trump, con tutti i limiti del caso, aveva provato anche ad ascoltare le ragioni degli ultimi e proprio per questo egli è irricevibile da parte dell’ordine globalista dominante.
Radioattività-Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro