Voglio che sia chiaro, a proposito degli attacchi del 7 ottobre di Hamas in Israele, che l’intelligence israeliana non poteva non sapere.
Ora, noi non sappiamo se quegli attacchi siano partiti proprio da una regia israeliana, questo non lo possiamo dimostrare: quello che non possiamo dimostrare in questa sede non verrà neanche preso in considerazione. Quello che invece prenderemo in considerazione è il fatto che l’intelligence non potesse non sapere e lo faremo con dei documenti, con delle dimostrazioni, con delle dichiarazioni.
La prima che voglio mostrarvi è una intervista che ovviamente nei media italiani non hanno fatto passare, un’intervista a un importante ex ministro israeliano che si chiama Horowitz, che intervistato da un famoso magazine, ha detto testuali parole: “Sono stato membro del gabinetto di sicurezza e ministro fino al dicembre dello scorso anno: è assolutamente sconcertante immaginare che una cosa del genere sia potuta accadere, conoscendo benissimo questo dispositivo. L’attraversamento del confine da parte di milizie terroriste con armi e veicoli nello stesso momento si chiama invasione e ancora non riesco a capire come sia potuto accadere. Questa”, dice Horowitz, “è la prima cosa, ma poi solleva altri dubbi. Un attacco come quello perpetrato da Hamas è stato preparato sicuramente per molti mesi”.
“Bisogna rifornirsi di armi, addestrare i soldati, elaborare i piani e provare l’operazione ed io non riesco a capire come l’intelligence non si sia accorta di nulla”.
Questa è una denuncia di chi conosce benissimo quelle installazioni di protezione ai confini con la striscia di Gaza. Di chi conosce benissimo come funzionano tutte le procedure di sicurezza e chi sa benissimo che era impossibile per Hamas penetrare in quel modo in Israele. Oltretutto l’intelligence israeliana era stata ufficialmente informata che qualcosa di grosso stava per accadere, riportiamo l’articolo dell’Agi intitolato “L’intelligence americana aveva avvertito Israele, dice la CNN” che riferisce di come l’intelligence statunitense aveva avvertito del potenziale rischio di violenza giorni prima dell’attacco di Hamas.
Addirittura l’articolo va nei dettagli e ci fa sapere che un aggiornamento del 28 settembre avvertiva sulla base di molteplici flussi di intelligence che il gruppo terroristico Hamas era pronto ad intensificare gli attacchi missilistici oltre confine.
Un telegramma della CIA del 5 ottobre metteva inoltre in guardia sulla crescente possibilità di violenza da parte di Hamas, e ancora il 6 ottobre, ossia il giorno prima dell’attacco, funzionari statunitensi hanno fatto circolare rapporti provenienti proprio da Israele che indicavano attività insolite di Hamas. Indicazioni che ora sono chiare, si legge nell’articolo, un attacco era imminente.
Nonostante questo attacco fosse imminente, e benché, come dimostra l’articolo di Sky TG24 “Per gli USA l’attacco è stato pianificato da un anno”, tutti hanno fatto finta di non sapere, tutti hanno fatto finta di non vedere.
Gli avvertimenti erano giunti anche da altri paesi arabi, soprattutto dall’Egitto. L’Egitto aveva avvertito ufficialmente Israele che qualcosa di grosso stava per succedere, e queste indicazioni sono state date all’intelligence israeliana più di una volta, come ha riportato anche il Financial Times. Ma se anche volessimo credere che l’intelligence israeliana si fosse distratta e non avesse letto questi avvertimenti era comunque tecnicamente impossibile entrare.
La Matrix Europea, la verità dietro i giochi di potere – Con Francesco Amodeo