Henry Kissinger ci lascia all’età di 100 anni. L’ex segretario di Stato americano è morto nella sua casa in Connecticut, ad annunciarlo la sua società di consulenza, la Kissinger Associates, in un comunicato: “Lo stimato studioso e stagista è deceduto”.
Francesco Borgonovo e Savino Balzano, saggista e sindacalista, commentano l’accaduto in diretta.
Kissinger disse qualcosa sulla guerra in Russia, sul fatto che alla fine della fiera non sarebbe poi stato così facile vedere il trionfo dell’Ucraina che tutti prospettavano, fu trattato come appunto impazzito o fosse diventato improvvisamente putiniano, poi aveva corretto un po’ il tiro, però oggi viene celebrato come grande stratega, genio, visionario. Sembra proprio che lui sia stato l’architetto dell’ordine globale che abbiamo vissuto in questi decenni, è stato lui che ha immaginato questo momento unipolare che però adesso sta finendo.
Oggi il politicamente corretto imporrebbe il dispiacere per la vicenda personale, in realtà con grandissima franchezza si può dire di non provare alcuna pietà per la morte di Kissinger. Dal punto di vista politico ma anche per certi aspetti morali si reputa un mostro. Ha provocato disastri inenarrabili, citiamone soltanto alcuni: lui è quello che ha teorizzato la guerra nucleare limitata, è quello che ha sostenuto con gran forza la guerra in Vietnam che è costata a milioni di morti, è quello che ha sponsorizzato l’intervento in Iraq che è costato più di 500 mila morti, è la stessa persona che ha supportato il colpo di stato in Cile per rovesciare a Salvador Allende e per instaurare la dittatura di Pinochet, anche quella che è stata un numero di morti incalcolabile. È colui il quale ha osteggiato la regolamentazione di rapporti civili con l’allora Repubblica Democratica Tedesca, ma con tutto il blocco socialista e tanto altro.
Renzi diceva che in un periodo di grigiore abbiamo bisogno di statisti come Machiavelli e come Kissinger, questo fa capire in che stato pietoso sia la #politicaitaliana, ma quello che non si perdona a Kissinger e nessun italiano dovrebbe perdonargli, fu la minaccia rivolta all’allora ministro degli esteri italiano Aldo Moro in visita negli Stati Uniti. Rivolse proprio una minaccia quando Moro cercava di allacciare un rapporto con i comunisti, voleva farli entrare nel governo. Nel ’74 Kissinger gli disse “la smetta o la pagherà cara, molto cara”. Nel 1978 Aldo Moro è stato rapito in Via Fani dopo che la sua scorta veniva sterminata e c’è chi dice che sul sedile di quell’auto nella sua borsa lasciò un articolo per il giorno nel quale rivendicava un’autonomia italiana di cui noi oggi avremmo così disperatamente bisogno.
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